PECHINO, CINA – Giro di vite in Cina da parte delle autorità allarmate da un misterioso appello online per una ”Rivoluzione dei Gelsomini” ispirata alle dimostrazioni in favore della democrazia diffuse in Medio Oriente.
La polizia ha arrestato svariati attivisti, ha aumentato il numero degli agenti nelle strade, ha disconnesso alcuni servizi che consentono lo scambio di sms tra cellulari ed ha censurato messagggi su internet che invitavano la gente a manifestazioni di protesta a Pechino, Shanghai ed altre 11 grandi città. Molti attivisti hanno dichiarato di non sapere chi c’è dietro agli appelli, che sono dapprima circolati sabato sul sito americano in lingua cinese Boxun.com
L’appello, non firmato, auspica una ”Rivoluzione dei Gelsomini” – il nome dato al movimento di protesta tunisino – e sollecita la gente di ”assumersi responsabilità per il futuro”. Ai partecipanti alla protesta, che non si è materializzata, chiede di gridare ”vogliamo cibo, vogliamo lavoro, vogliamo case, vogliamo giustizia”, tutte richieste comuni tra i cinesi.
L’appello è probabilmente fonte di preoccupazione per il governo autoritario di Pechino, sempre all’erta nei confronti di possibili manifestazioni di malcontento e verosimilmente scosso dalle proteste in Egitto, Tunisia, Bahrain, Yemen, Algeria e Libia. Le autorità hanno limitato le notizie dei media su di esse e ristretto la possibilità di compiere ricerche su internet per tenere i cinesi all’oscuro sulle proteste popolari contro regimi dittatoriali.
Il controllo del governo su internet ha fatto in modo che gran parte della popolazione non sapesse dell’appello alla ”Rivoluzione dei Gelsomini”. Il sito Boxun.com è oscurato, ed è bloccato l’accesso a Twitter e Facebook, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella rivolta egiziana. Ma anche in Cina molti giovani esperti di tecnologia informatica sono in grado di aggirare la censura governativa.