Consiglio sicurezza voterà sanzioni all’Iran, ”le più dure” dice la Clinton

Dopo mesi di complessi negoziati a New York e nelle capitali, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu voterà mercoledi una nuova risoluzione – la quarta dal 2006 – sulle sanzioni all’Iran: secondo il segretario di Stato americano Hillary Clinton, si tratta delle misure più dure mai imposte alla repubblica islamica a causa del suo programma nucleare sospettato di avere finalità militari.

Secondo quanto informa l’Ansa, la luce verde al voto è arrivata dopo un accordo di massima sulle ‘liste nere’: la risoluzione aggiunge all’elenco di individui e entità sanzionati con il congelamento dei beni e il divieto dei viaggi anche il capo dell’agenzia atomica iraniana Javad Rahiqi e 40 società, tra cui 22 legate ad attività nucleari o balistiche, 15 ai Guardiani della Rivoluzione e tre alla Compagnia Marittima della Repubblica Islamica.

Dovrebbero votare a favore 12 paesi, contro o astenuti Libano, Turchia e Brasile. Negativa già ieri la reazione di Teheran: in caso di sanzioni non ci sarà più alcun negoziato, ha detto il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad a Istanbul per la terza Conferenza sull’interazione e la realizzazione di misure di reciproca fiducia in Asia (Cica) a cui hanno partecipato anche altri due ‘player’ della questione, il premier turco Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin.

La risoluzione prende di mira tre obiettivi: l’elite militare dei Guardiani della Rivoluzione, l’industria iraniana delle spedizioni in mare, e alcune sue imprese commerciali tra cui le banche. Ma anche se l’ambasciatrice americana all’Onu Susan Rice ha detto che la risoluzione avrà “un impatto reale sull’Iran”, nessuno si aspetta che il nuovo round di sanzioni crei sufficiente pressione per indurre Teheran a desistere dal suo programma nucleare.

L’obiettivo dell’amministrazione Obama era quello di mostrare compattezza della comunità internazionale, un aspetto definito “molto significativo” dalla Clinton la quale ha notato come questa sanzioni sono “le più importanti che l’Iran abbia mai affrontato”. Formalmente comunque, ha dichiarato l’ambasciatrice Rice, gli Stati Uniti sperano che le sanzioni possano “persuadere” Teheran “a tornare a negoziare” sul programma nucleare.

La risoluzione – ha detto a Londra il ministro della Difesa americano, Robert Gates – crea ‘ganci’ che permetteranno a singoli stati o organizzazioni come la Ue “vadano oltre” le misure stabilite dal documento. La nuova bozza, ispirata dagli americani, prevede un sistema di vigilanza sulle transazioni con qualsiasi banca iraniana compresa la Banca Centrale.

Si estende l’embargo delle armi pesanti, compresi “carri armati” e “sistemi missilistici”, in particolare quelli “che hanno la capacità di trasportare armamenti nucleari”. A Teheran non sarà più permesso di investire all’estero in una serie di attività sensibili come le miniere di uranio. I cargo iraniani potranno essere ispezionati in mare. Viene creata una commissione di otto esperti per raccogliere informazioni sulle attività atomiche dell’Iran ed entro 90 giorni l’Aiea è chiamata a stilare rapporto per stabilire se “l’Iran ha sospeso completamente le attività di arricchimento”.

Il nuovo testo, nel premettere che “l’Iran non ha sospeso in maniera piena e prolungata le attività relative all’arricchimento” dell’uranio, che può servire per costruire una bomba nucleare, ricorda “l’importanza degli sforzi diplomatici per trovare una soluzione negoziata” e evoca il ruolo giocato nelle ultime settimane da Brasile e Turchia. L’accordo raggiunto con Brasilia e Ankara con cui Teheran si era impegnata a uno scambio di uranio arricchito è “un’occasione irripetibile”, ha detto ieri Ahmadinejad: ‘Speriamo che venga colta, ma ci teniamo a dire che non si ripetera’”.

Il presidente iraniano non ha perso l’occasione per lanciare un monito alla Russia, Paese quest’ultimo fino a poco tempo fa alleato ma con cui Teheran di recente ha alzato i toni: “Dovrebbe fare molta attenzione a non schierarsi con i nemici dell’Iran”. Mosca e soprattutto Pechino, che per mesi avevano frenato sulle sanzioni, nelle ultime settimane avevano trovato un’intesa nel gruppo dei Cinque più Uno (i cinque membri permanenti del Consiglio più la Germania): “Queste sanzioni non devono essere eccessive e non devono mettere la popolazione iraniana in una posizione difficile che potrebbe creare ostacoli sul percorso dell’uso pacifico del nucleare”, ha detto Putin a Istanbul.

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lgermini