Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha annunciato che il suo governo ha formalmente chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di discutere nuove sanzioni contro la Corea del Nord, ritenuta responsabile dell’attacco alla corvetta Cheonan, costato la vita a 46 marinai.
“Oggi, il governo della Repubblica di Corea ha riferito dell’attacco della Corea del Nord alla Cheonan al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha detto Lee, nel corso del suo intervento a Singapore, durante la conferenza annuale sulla sicurezza in Asia (Shangri-La Dialogue).
Il presidente ha rilevato che pace e sicurezza regionali saranno inevitabilmente messe a repentaglio se la comunità internazionale ignorerà le ripetute provocazioni messe in atto dal regime comunista.
Lee, a Singapore per una visita di due giorni, ha spiegato che la comunità internazionale deve far capire a Pyongyang che “prendere tempo per costruire armi nucleari non è certo di aiuto per raggiungere l’obiettivo di diventare una cosiddetta ‘nazione forte’. Un desiderio di questo tipo non potrà in nessun modo garantire la loro sopravvivenza”, ha concluso.
Anche la Corea del Sud ha fatto sentire la sua risposta. L’ambasciatore di Pyongyang a Ginevra, Ri Jang Gon. “La situazione attuale è così grave nella Penisola coreana che una guerra può scoppiare in qualsiasi momento”, ha dichiarato il rappresentante della Corea del nord alle Nazioni Unite.
In un intervento alla Conferenza sul disarmo, Ri Jang Gon ha affermato che la Corea del Nord non c’entra niente con la causa del naufragio della nave sud-coreana, e ha denunciato le manovre di Seul, assistito dagli Usa, per ottenere nuove sanzioni.
“In ogni caso – ha aggiunto il rappresentante di Pyongyang – il popolo nordcoreano è pronto a reagire rapidamente a qualunque tipo di azione aggressiva. Anche con la guerra totale”.
Tra i due Paesi non c’è mai stato un trattato di pace, e dal 1953 è in vigore solo un armistizio. Ri Jang Gon ha anche attribuito la responsabilità per la “grave situazione” al “regime sudcoreano”, che collabora “con il suo alleato, gli Stati Uniti d’America sul caso del naufragio della nave da guerra sudcoreana”.
La Corea del Nord “non ha nulla a che fare con il naufragio”, ha ribadito il diplomatico, respingendo al mittente i “risultati dell’inchiesta” delle autorità sudcoreane che – ha detto – si basa su “supposizioni e illazioni”.