PARIGI, 1 APR – Si continua a combattere per le strade di Abidjan, intorno al palazzo presidenziale nel quartiere di Plateau e alla residenza del presidente destituito Laurent Gbagbo. Il quale, nonostante le numerose defezioni tra i suoi sostenitori e l’inesorabile avanzata delle truppe del rivale Alassane Ouattara, non accenna a desistere.
”Non ha intenzione di abdicare o arrendersi a un qualsiasi ribelle”, ha spiegato alla stampa nella mattinata di veberdì 1 aprile il suo rappresentante in Europa, Toussaint Alain, accusando Ouattara di ”colpo di Stato post-elettorale”. Gbagbo resta nella capitale ivoriana, con tutta la sua famiglia, difeso strenuamente dalla Guardia repubblicana e dalle forze speciali.
Nella zona del suo palazzo, per tutta la giornata si sono sentiti intensi scambi di colpi di armi pesanti e fucili automatici e i suoi sostenitori hanno affermato in serata di aver respinto l’offensiva dei Pro-Ouattara. Nel resto della città di Abidjan, capitale economica e demografica del Paese, la gente si è barricata in casa per paura degli scontri e dei saccheggi, mentre è salito a 700 il numero di stranieri rifugiatisi nel campo sorvegliato da militari francesi.
La giornata di venerdì ha fatto inoltre registrare la prima vittima tra il personale Onu nel Paese: si tratta di una giovane donna svedese, colpita presumibilmente da una pallottola vagante mentre si trovava nella sua abitazione. Intanto, si moltiplicano gli appelli delle organizzazioni internazionali a Gbagbo perché lasci il potere al più presto.
A quello lanciato ieri dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, si sono aggiunti oggi quelli dell’Unione Africana, per bocca del presidente della Commissione Jean Ping, e della Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’ovest (Cedeao), che chiedono al presidente destituito di andarsene ”per alleviare le sofferenze del popolo ivoriano”.
In serata, è stata la Francia ad intimare a Gbagbo di ”ritirarsi immediatamente, far cessare le violenze e cedere pacificamente il potere”, dopo una riunione straordinaria tra il presidente Nicolas Sarkozy e alcuni ministri sulla situazione ivoriana. L’instabilita’ della Costa d’Avorio, uno dei principali bacini agricoli africani, comincia nel frattempo ad avere ripercussioni sui mercati delle materie prime alimentari.
A partire dal cacao, il cui prezzo, schizzato alle stelle nei mesi scorsi, continua inesorabilmente a scendere dall’inizio della settimana. La Costa d’Avorio è , infatti, il primo produttore al mondo di cacao, con oltre 1,3 milioni di tonnellate all’anno, pari al 40% circa della produzione globale, e gli operatori temono ora, dopo mesi di scarsità per l’incertezza della situazione politica, un improvviso picco di offerta.
Il cacao non è però l’unica ricchezza ivoriana: nel Paese abbondano infatti anche le coltivazioni di caffè (oltre 250 mila tonnellate all’anno, tra i primi 10 produttori al mondo), palme da olio e da cocco, cotone, cereali come mais e tapioca e frutta esotica. In rapida espansione, inoltre, l’estrazione di petrolio, cresciuta di oltre il 70% nei primi anni Duemila e diventata oggi la prima voce di esportazione, nonostante lo sfruttamento delle riserve sia difficoltoso a causa delle caratteristiche geologiche del suolo.
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