Costa d’Avorio, bombe e missili Onu su Abidjan:

ROMA – Precipita la situazione in Costa d’Avorio. Bombe e missili dell’Onuci, la missione dell’Onu in Costa d’Avorio, e della Francia sono caduti su installazioni militari nell’ex capitale Abidjan, facendo “Molti morti”, secondo il portavoce del presidente uscente Laurent Gbagbo, l’ex leader del paese, che non si vuole arrendere a passare il potere all’eletto Alassane Ouattara.

Il comandante dell’esercito fedele al presidente uscente Laurent Gbagbo ha annunciato di aver sospeso oggi i combattimenti. Il generale Philippe Mangou ha detto che le sue truppe ”hanno fermato i combattimenti” contro le forze del presidente eletto Alassane Outtara, all’indomani dei bombardamenti dell’Onu e della Francia.

Fonti delle Nazioni Unite hanno riferito che elicotteri della missione dell’Onu hanno sparato contro il palazzo e la residenza del presidente uscente Gbagbo. “Elicotteri dell’Onuci hanno lanciato missili sui campi militari di Agban e Akouedo, basi dei sostenitori di Gbagbo, oltre che contro il palazzo e la residenza presidenziale” ad Abidjan, ha dichiarato il portavoce della missione dell’Onu in Costa D’Avorio, Hamadoun Tourè.

La risposta militare è arrivata dopo il ferimento nei giorni scorsi di undici caschi blu. Il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio, Choi Young-jin, ha accusato Gbagbo di aver condotto attacchi “senza senso” contro la base Onu di Abidjan.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha sottolineato che i raid “puntano a proteggere i civili e non ad attaccare il presidente uscente”. Ma i cadaveri per le strade di Abidjan si contano a decine.

“Abidjan è fuori controllo, si spara, ci sono saccheggi ovunque e cadaveri nelle strade, cominciano a scarseggiare acqua ed elettricita, i colpi d’arma da fuoco sono arrivati anche in ambasciata e non da oggi”. L’ambasciatore italiano in Costa D’Avorio, Giancarlo Izzo, racconta così, all’ANSA, la situazione nella capitale economica del Paese africano dove le forze del presidente ivoriano riconosciuto dalla comunità internazionale, Alassane Ouattara, affrontano quelle del rivale Laurent Gbagbo, presidente uscente che non intende lasciare il potere.

”E’ certamente la resa dei conti”, afferma il diplomatico, ma ”non si possono fare previsioni” sui tempi, anche perché ”il Paese è diviso sostanzialmente in due” tra sostenitori di Gbagbo e Ouattara e Abidjan ”ha sempre votato in massa per Gbagbo”. ”Le forze dei due si confrontano da mesi”, osserva Izzo, e ”a complicare ulteriormente le cose” c’è stato l’intervento militare dei caschi blu e dei francesi, che hanno sparato dagli elicotteri contro le postazioni dei sostenitori di Gbagbo che hanno accusato i francesi di ”neocolonialismo”.

Le truppe francesi della missione ‘Liocorno’ stanno evacuando gli stranieri che risiedono in città. “Siamo sotto assedio, non possiamo uscire liberamente, ci puntano con i cecchini. È un attacco deliberato contro le Nazioni Unite. Hanno preso di mira il nostro quartier generale, ci hanno tagliato l’acqua. Siamo in un bunker”, ha detto Choi.

Il rappresentante speciale ha spiegato che i 9mila soldati dell’Onuci non hanno il mandato per cacciare Gbagbo, ma hanno la possibilità di rispondere al fuoco. L’Onuci ha a disposizione tre elicotteri d’attacco Mi-24 ed elicotteri Mi-8 e Mi-17 dell’aviazione ucraina.

La reazione dei fedelissimi di Gbagbo non si è fatta attendere: diverse persone, tra cui due francesi, sono state sequestrate da uomini armati nell’hotel Novotel di Abidjan, dove ormai da giorni regna il caos.

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Published by
Maria Elena Perrero