George Papandreou e Barack Obama sono insieme contro gli speculatori. Il premier greco e il presidente americano si sono incontrati alla Brookings Institution di Washington per discutere del maxi piano anti-deficit varato da Atene contro la crisi.
Gli Stati Uniti, dalla Casa Bianca al Parlamento presieduto da Nancy Pelosi, appoggiano la manovra di Papandreou che sembra aver l’intenzione di sfruttare il sostegno americano per chiedere misure contro gli speculatori.
Il collasso greco può creare delle difficoltà agli equilibri finanziari americani, facendo crescere il dollaro e rallentando la crescita, dunque l’incontro tra Obama e Papandreou è strategico, sia per la Grecia che per gli Stati Uniti.
In una recente intervista all’emittente Usa Cnbc, il ministro delle Finanze greco, Giorgio Papaconstatinous, ha espressamente chiesto il bando del trading sui derivati e aveva fatto appello all’assistenza del Fondo monetario internazionale agli sforzi di risanamento di Atene.
«La Grecia sta facendo quello che può e deve per rimettere in ordine le cose. Ma il problema è più ampio, è un problema europeo e ha a che fare l’euro e con la speculazione», spiega Papaconstantinou chiedendo maggiore trasparenza sui mercati e controlli più stretti sugli speculatori, le cui azioni rendono difficile e costoso raccogliere fondi per finanziare il deficit.«I credit default swap e i derivati possono spingere i Paesi sull’orlo del collasso. C’è bisogno di maggiore trasparenza», osserva.
«Non chiediamo aiuti finanziari. Vogliamo solo raccogliere risorse a prezzi ragionevoli», aggiunge, riferendosi all’elevato tasso di interesse, superiore al 6%, che ha caratterizzato l’emissione obbligazionaria greca della scorsa settimana.
«Non credo che i leader greci siano a Washington» per chiedere l’aiuto finanziario americano a risolvere i loro problemi di debito, commenta il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs. «È una materia di competenza europea», aggiunge. «Sono fortemente convinto che la Grecia non abbia bisogno di aiuto», mette in evidenza il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, osservando come l’eventuale creazione di un Fondo Monetario Europeo «non è una soluzione per i problemi della Grecia».