Crisi Usa, Obama: "Si tratta su debito, parti distanti"

NEW YORK, 7 lug – Le trattative vanno avanti ma le parti sono ancora ''molto distanti''. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, convoca di nuovo i leader del Congresso per domenica per cercare di rompere l'impasse e raggiungere un accordo sull'aumento del tetto. Il Tesoro intanto lavora per evitare lo scenario peggiore, il default: il Dipartimento guidato da Timothy Geithner starebbe valutando – secondo indiscrezioni della Reuters – le opzioni a disposizione nel caso in cui il Congresso non alzasse il limite legale del debito entro il 2 agosto, scadenza dopo la quale gli Stati Uniti faranno default. Le opzioni sono l'eventuale ritardo dei pagamenti, valutare se la Costituzione consente al presidente di ignorare il Congresso e al Governo di continuare a emettere debito e se una decisione del 1985 da' o meno al Governo l'autorita' legale per dare priorita' ai pagamenti. Con il debito – avverte Warren Buffett – ''non bisogna giocare alla roulette russa, non trovare un accordo sarebbe stupido''.

''C'e' la consapevolezza che un accordo va raggiunto entro il 2 agosto per evitare il primo default nella storia degli Stati Uniti'', afferma Obama al termine di un incontro ''molto costruttivo'' con i leader del Congresso. ''Abbiamo discusso le varie opzioni disponibili. Abbiamo deciso che gli staff lavoreranno durante il weekend'' e che ''ci rincontreremo domenica, con l'aspettativa che le parti sapranno almeno fino a che punto possono spingersi e, speriamo, essere nella posizione di iniziare a impegnarsi nella dura trattativa che e' necessaria per un accordo''. ''Su niente si e' d'accordo fino a che – osserva Obama – non si e' d'accordo su tutto, e le due parti sono ancora molto distanti su diversi problemi. Ritengo che tutti i leader siano venuti qui nello spirito del compromesso, nello spirito di voler risolvere problemi per gli americani. C'e' la consapevolezza che il problema del deficit e del debito vanno affrontati ora''.

Le trattative quindi vanno avanti a 27 giorni dalla scadenza fissata dal Tesoro per evitare il default. ''C'e' un 50% di possibilita' – afferma alla Abc un portavoce dello speaker della Camera, John Boehner – che un accordo venga raggiunto a giorni''. I repubblicani hanno aperto alla proposta di Obama sul deficit per una riduzione graduale degli sgravi fiscali. Obama ha alzato con i partiti la posta in gioco: in quelle che – secondo alcuni osservatori – sono fra le trattative piu' dure della sua presidenza, Obama preme per un accordo piu' ampio e tagli piu' forti per 4.000 miliardi di dollari in 10 anni, ovvero piu' dei 2.000 miliardi inizialmente proposti dai democratici. Secondo il Financial Times, Obama puo' trovare in Boehner un alleato nel raggiungere un accordo ma i due non sono certi di essere sostenuti dai propri partiti.

I Tea Party all'interno dei repubblicani potrebbero abbandonare Boehner se l'accordo non sara' ritenuto ideologicamente puro. I democratici temono di essere costretti ad accettare un accordo delineato dai repubblicani.

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Emiliano Condò