La più grave minaccia al sistema comunista cubano non sono le ingerenze di un piccolo gruppo di dissidenti, ma la corruzione ai più alti livelli di governo, ha detto Esteban Morales, un noto accademico che ha arditamente preso posizione contro il regime su un sito web governativo, a quanto riferisce il sito 3news.co.nz
L’articolo di Morales – uno storico che ha scritto svariati libri sulle relazioni razziali negli Stati Uniti – ha rischiato parecchio in un Paese strettamente controllato, spingendosi fino a discutere apertamente voci di corruzione che hanno accompagnato il licenziamento di un alto esponente governativo nel settore dell’aviazione, che ha combattuto con Fidel Castro e Ernesto ”Che” Guevara negli Anni Cinquanta.
Secondo l’accademico alcuni alti esponenti governativi si stanno preparando a dividersi le spoglie di Cuba se il suo sistema politico si disintegrasse, come hanno fatto gli oscuri oligarchi russi dopo il collasso dell’Unione Sovietica negli Anni Novanta.
”In realtà la corruzione è molto più pericolosa del cosiddetto dissenso interno”, ha scritto Morales sul sito web dell’Unione Statale degli Artisti e degli Scrittori Cubani. ”Il dissenso – prosegue l’accademico – è isolato ma la corruzione è davvero controrivoluzionaria perche viene dall’interno del governo e dell’apparato dello Stato, che controllano le risorse del Paese”.
Morales non ha mai puntato il dito contro Fidel o Raul Castro, ma ha sottolineato che le consorterie sono rampanti nel sistema che si è sviluppato 51 anni dopo che la rivoluzione conquistò il potere, aggiungendo che funzionari stanno aspettando di mettere le mani sulle risorse del Paese.
”È evidente che ci sono persone nel governo e nello Stato – dice Morales – che stanno preparando un assalto finanziario quando la rivoluzione cadrà”. ”Altri sono quasi certamente pronti per trasferire le proprietà statali in mani private, come è successo nell’ex-Unione Sovietica”.
