Dublino chiude l’ambasciata in Vaticano: crisi economica unico motivo?

ROMA, 3 NOV – Il governo irlandese ha deciso di chiudere, tra le altre, l'ambasciata a Roma presso la Santa Sede, ma la scelta e' stata fatta per motivi economici legati alla crisi e non riguarda i rapporti diplomatici tra la Santa Sede e l'Irlanda. Rapporti che pero' non attraversano un momento particolarmente felice a causa dello scandalo degli abusi sessuali commessi da ecclesiastici irlandesi.

La decisione del ministero degli esteri di Dublino (chiudono anche le rappresentanze in Iran e a Timor Est) e' stata presa ''per rispondere agli obiettivi del programma dell'Ue e dell'Fmi e riportare la spesa pubblica a un livello accettabile''.

Pronta la replica del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, affidata ad una dichiarazione resa nota prontamente in serata: "La Santa Sede prende atto della decisione dell'Irlanda di chiudere la sua ambasciata a Roma presso la Santa Sede.

Naturalmente ogni Stato che ha relazioni diplomatiche con la Santa Sede è libero di decidere, in base alle sue possibilità e interessi, se avere un Ambasciatore presso la Santa Sede residente a Roma oppure residente in un altro Paese. Ciò che è importante sono i rapporti diplomatici fra la Santa Sede e gli Stati, e questi non sono in questione per quanto riguarda l'Irlanda".

Il riferimento di padre Lombardi e' a quelle nazioni che non avendo le risorse, o per altri motivi di opportunita', scelgono di avere un ambasciatore in Vaticano non residente a Roma ma, ad esempio, in un'altra capitale europea dove e' possibile fare sinergie economiche con altra loro sede diplomatica.

Ma la delicatezza dei rapporti che intercorrono in questo momento tra la cattolicissima Irlanda e il Vaticano merita una particolare attenzione. A causa delle polemiche sullo scandalo agli abusi sessuali del clero, infatti, il 25 luglio scorso la Santa Sede ha deciso di richiamare a Roma il nunzio apostolico a Dublino ''per consultazioni''.

Un fatto piu' unico che raro, senza precedenti a memoria d'uomo. Un'iniziativa che ha fatto ancora piu' rumore visto che ha interessato un Paese di incrollabile tradizione cattolica come l'Irlanda. A tanto si e' arrivati dopo le tensioni tra il governo di Dublino e il Vaticano in seguito all'uscita del rapporto d'indagine sulla diocesi di Cloyne, che ha fatto luce sugli abusi di 19 preti pedofili tra il 1996 e il 2009, con 40 vittime accertate, e sulle relative coperture, chiamando in causa l'allora vescovo John Magee, ex segretario di tre Papi.

Fatto sta che al momento il posto di ''ambasciatore del Papa'' a Dublino e' ''vacante'' in quanto il nunzio mons. Giuseppe Leanza, prima richiamato in Vaticano ha poi avuto un nuovo incarico a Praga. Anche se la nunziatura e' regolarmente aperta e funzionante. Mentre, per quanto riguarda l'ambasciata irlandese a Roma, e' retta da un'incaricata d'affari.

All'inizio di settembre la Santa Sede ha inviato una lettera al Governo di Dublino, riconoscendo la gravita' degli abusi sui minori commessi nella diocesi irlandese di Cloyne, ribadendo l'''orrore'', il ''dolore'', la ''vergogna'' per quanto accaduto e la solidarieta' alle vittime e alle famiglie.

Ma allo stesso tempo, il Vaticano ha respinto seccamente, come infondate, le accuse rivolte dal governo di Dublino di aver cercato di ostacolare le indagini su tali abusi e, in passato, di aver intralciato l'impegno della Chiesa irlandese perche' i preti pedofili venissero denunciati alle autorita' civili.

Il governo irlandese ha riconosciuto ''la serieta''' con cui la Santa Sede ha risposto al rapporto sugli abusi pedofili commessi nella Chiesa irlandese, pur sostenendo che le sue passate posizioni ''hanno dato il pretesto ad alcuni per non collaborare'' con le autorita' del Paese. Oggi, infine, e' arrivata la decisione della chiusura dell'ambasciata romana.

''Profondo disappunto'' per la decisione di chiudere l'ambasciata e' stata espressa dal cardinale Sean Brady, arcivescovo di Armagh e Primate d'Irlanda, che e' stato avvisato della decisione per telefono dal ministero degli esteri. Brady ha detto che ''molti altri condividono questa delusione'', ricordando che le relazioni tra i due stati risalgono al 1929.

''Questa decisione sembra mostrare poca considerazione per l'importante ruolo svolto dalla Santa Sede nelle relazioni internazionali e dei legami storici tra il popolo irlandese e la Santa Sede corso di molti secoli'', ha aggiunto. ''Spero che, nonostante questo passo deplorevole, la stretta e reciprocamente vantaggiosa collaborazione tra l'Irlanda e la Santa Sede nel mondo della diplomazia possa continuare'' e che il governo di Dublino nomini al piu' preso ''un nuovo ambasciatore residente presso la Santa Sede'', ha concluso.

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