Ecuador: Rafael Correa, un bolivariano a Quito

Rafael Correa

Esattamente un anno fa aveva vinto le elezioni che gli hanno permesso di continuare a guidare l’Ecuador.  giovedì 30 settembre,  Rafael Correa affronta il momento più difficile della sua vita da politico, dopo la rivolta di militari e poliziotti a Quito contro il suo governo.

Economista e ottimo comunicatore, Correa, 47 anni, ha ormai da tempo incamminato il paese andino sulla strada del socialismo, in perfetta sintonia con quanto fatto in Venezuela dall’amico Hugo Chavez. Nato a Guayaquil nel 1963, con ‘master’ negli Usa e in Belgio, Correa, che si definisce ‘cristiano di sinistra’, viene considerato implacabile con gli avversari politici: bisognerà vedere, azzarda in queste ore difficili qualche analista, come reagisce a questi movimenti militari che hanno tutto il sapore di un golpe.

Dopo un decennio in cui nell’Ecuador ben otto presidenti non erano riusciti a terminare il mandato – tra i quali i suoi tre predecessori – in seguito a sommosse popolari, Correa è stato eletto nel 2007. Una volta al potere, cavalcando una costante popolarità mantenuta con misure sociali a favore dei settori più umili, e con un approccio duro sia nel rimborso del debito estero sia contro le multinazionali del greggio Usa, Correa ha insediato un’assemblea costituente che ha redatto una nuova costituzione, poi approvata da un referendum.

È appunto su quest’onda che il presidente – di cui anche gli avversari ne riconoscono le doti di comunicazione – è riuscito a scompaginare l’opposizione: le destre, che lo accusano di essere marxista, le sinistre radicali, che lo criticano invece in quanto, affermano, è  un ‘destroso’ legato alle multinazionali. Lo stesso presidente ha d’altra parte sempre assicurato di essere in linea con il ”socialismo del XXI secolo” promosso da Chavez: fatto che – puntualizza molto spesso – non vuol dire distanziarsi automaticamente dai tradizionali mercati dei prodotti dell’Ecuador, e cioe’ gli Usa e l’Ue.

Quito, sottolineano pero’ diversi analisti, si e’ negli ultimi tempi avvicinato in particolare a Russia e Cina, senza dimenticare l’Iran.

Published by
Emiliano Condò