Usa, elezioni. Arrivano gli evangelici, contro Romney e per Santorum

Rick Santorum

COLUMBIA, STATI UNITI – La gara nella Carolina del Sud ed oltre potrebbe non essere finita. Mentre Mitt Romney sembra confermare il suo ruolo di superfavorito alle primarie repubblicane, saldamente in testa nei sondaggi nella stessa in South Carolina, i leader evangelici riaccendono le speranze di Rick Santorum.

Un gruppo di influenti esponenti di questa conservatrice comunita’ protestante – molto forte nello stato conservatore in cui si votera’ sabato prossimo – si e’ infatti riunito in un ranch in Texas. E dopo ore di dibattito e tre votazioni ha trovato un accordo: il candidato repubblicano da sostenere e’ Santorum.

Bocciato dunque Romney, ”colpevole” di essere mormone oltre che troppo moderato. Il 75% dei centocinquanta leader cristiano-evangelici riuniti in conclave ha definitivamente voltato le spalle al front-runner, scegliendo di parteggiare per Santorunm, ”l’eroe dello Iowa”. Il fatto che ancora non si fossero espressi – spiegano certi osservatori – e’ uno dei fattori che ha contribuito finora al successo di Romney nei caucus dell’Iowa (dove l’ex governatore del Massachussets ha vinto per soli 8 voti proprio su Santorum) e nelle primarie del New Hampshire (vinte nettamente da Romney).

La decisione di schierarsi per il cattolicissimo Santorum potrebbe quindi avere un peso non indifferente nelle imminenti primarie del South Carolina, dove nel 2008 il 60% degli elettori ha dichiarato di essere cristiani evangelici. A parere di molti, d’altro canto, la scelta e’ arrivata troppo tardi per poter spostare l’ago della bilancia. Ne sembrano consapevoli gli stessi leader evangelici, che – rilevano gli analisti – avrebbero potuto rafforzare la loro scelta per Santorum invitando gli altri candidati anti-Romney a farsi da parte. Cosa che invece non hanno fatto.

Secondo gli ultimi sondaggi Ipsos l’ex governatore del Massachusetts e’ al 37% in South Carolina, staccando di 21 punti Santorum, al 16%. Mentre e’ in caduta libera al 12% Newt Gingrich, nello stato dove l’ex speaker della Camera si gioca le ultime chance di restare in corsa. Peggio di lui Ron Paul e Rick Perry, al 6%. Con quest’ultimo che oggi ha compiuto l’ennesima gaffe, liquidando come ”una ragazzata” il video choc in cui quattro marine urinano sui cadaveri di alcuni guerriglieri talebani.

Un’uscita che ha creato non pochi imbarazzi nel partito. La possibilita’ che la lotta delle primarie si prolunghi oltremodo preoccupa non poco i vertici del partito repubblicano. Riunitosi a New Orleans pochi giorni fa, l’establishment del Grand Old Party ha invitato i candidati – ora ce n’è uno di meno perchè Jon Huntsman si è ritirato –  a non mettere a rischio la posizione di Mitt Romney: secondo loro la frammentazione degli elettori e i continui attacchi all’unico che sembra in grado di sfidare Barack Obama non faranno che favorire l’inquilino della Casa Bianca.

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lgermini