Energia/ Per gli americani Berlusconi sta trasformando l’Italia nell’Ucraina d’Europa. La guerra dei gasdotti: South Stream contro Nabucco. In gioco gli equilibri internazionali

Al Dipartimento di Stato americano non è affatto andata giù la sortita di Berlusconi all’incontro tra Putin e il premier turco Erdogan che ha ratificato l’accordo sul gasdotto South Stream. L’Italia – si mormora a Washington – invece di procedere alla diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento energetico, aumenta la sua dipendenza da Mosca. Rischia di diventare «la nuova Ucraina d’Europa», specialmente alla vigilia di un inverno che può diventare freddissimo, al punto che di recente la Commissione europea ha raccomandato ai paesi membri di alzare al massimo le proprie riserve  di gas nell’eventualità di un nuovo braccio di ferro tra Russia e Ucraina.

Sotto accusa viene messo il comportamento di Eni che si comporterebbe come un lobbysta di Gazprom, a tutto svantaggio del gasdotto concorrente Nabucco, la linea di trasporto di gas in Europa occidentale notoriamente sostenuto dagli americani e da numerosi partner europei per allentare la presa di Mosca sul continente.

Il gelo di Washington verso l’Italia è giustificato – sostengono autorevoli operatori mondiali in campo energetico – dai timori per gli sviluppi di una partita strategica più importante. Usa e Russia giocano su uno scacchiere europeo mobile: da una parte Putin non vuol far passare il gas dei ricchi giacimenti in Kazakhistan e Turkmenistan attraverso la “nemica” Ucraina, dall’altra gli americani hanno tutto l’interesse a far arrivare il gas da Iraq e Azerbagian.

Sono partite strategiche opposte perché gli Stati Uniti puntano a sfruttare il gas per integrare l’Europa con le repubbliche indipendenti del Caucaso e con l’Iraq, mentre Mosca sta tentando di creare un legame energetico con l’Europa Occidentale talmente consistente da indebolire i rapporti transatlantici, ovvero la solidità della Nato.

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Warsamé Dini Casali