Due settimane fa tiratori scelti della Cia hanno ucciso in Pakistan otto persone sospettate di essere militanti talebani e di Al Qaeda, e ne hanno ferite altre due in un campo di addestramento per terroristi. A lavoro compiuto, nel Waziristan settentrionale, i tiratori scelti hanno lasciato il quartier generale della Cia a Langley, Virginia, e sono tornati a casa affrontando solo il pericolo del traffico notoriamente infernale in quella zona suburbana.
Si è trattato, scrive il New York Times, solo dell’ultimo attacco del programma Cia diretto ad uccidere membri di Al Qaeda, talebani e loro alleati usando missili Hellfire lanciati da aerei Predator, i famosi ”drones” senza pilota, controllati dall’altra parte del mondo, cioè dal quartier generale della Cia. Roba da fantascienza.
La Casa Bianca, vista l’efficienza dei drones e il loro impiego senza pericolo di perdite di vite americane, ha autorizzato questa settimana un ampliamento del loro impiego nelle zone tribali del Pakistan da affiancare alla decisione del presidente Barack Obama di inviare in Afghanistan altri 30 mila soldati.
Secondo il Nyt, funzionari governativi americani stanno ora cercando di convincere il governo di Kabul a consentire l’utilizzo dei micidiali drones per la prima volta anche nel Baluchistan – che è al di fuori delle aree tribali – giacchè secondo i servizi Usa è là che si nascondono i leader dei talebani afghani.
Aumentando e allargando le missioni di drones in Pakistan, mentre le forze di terra cercano di respingere i talebani in afghanistan, gli strateghi americani sperano di eliminare qualsiasi rifugio per i militanti nella regione.
Uno dei segreti peggio custoditi a Washington, il programma d’impiego dei drones è giudicato negli ambienti del controterrorismo Usa una grande successo ed ha ottenuto un appoggio bipartisan al Congresso di Washington. Non sorprende quindi se durante l’amministrazione Obama questi attacchi sono notevolmente aumentati rispetto a quelli effettuati durante la permanenza alla Casa Bianca di George Bush.
Il rovescio della medaglia è che i drones della Cia hanno suscitato rabbia e rancore in Pakistan, tanto che certi esperti dell’antiterrorismo Usa ritengono che facciano più male che bene. Valutazioni sull’effetto dei drones sono vaghe e imprecise, ma secondo certe stime da quando sono cominciate le loro missioni ”i danni collaterali” sono stati alcune centinaia di civili rimasti uccisi, e le proteste non sono mancate, con in testa Amnesty International, secondo cui il numero delle vittime civili è più alto.
D’altra parte, rileva il Nyt, gli Stati Uniti non hanno molti altri mezzi per combattere Al Qaeda, e il programma dei drones viene considerato dagli strateghi Usa troppo importante per essere abbandonato. Per la prima volta nella storia, un’organizazzione di intelligence civile usa robot per condurre missioni militari, selezionando le vittime, in un Paese con cui gli Stati Uniti non sono neanche ufficialmente in guerrra.