Un tatuaggio non può precludere l’accesso alla carriera militare. Di conseguenza devono essere dichiarati ”illegittimi” gli atti della pubblica amministrazione con i quali gli aspiranti candidati alle ‘stellette’ sull’uniforme da ufficiale sono stati dichiarati ”inidonei al servizio” proprio a causa della pelle tatuata.
Lo ha deciso il Tar del Lazio accogliendo il ricorso di Miriam, una ragazza dichiarata non idonea ad accedere al corso per ufficiali della Guardia di Finanza proprio a causa di un tatuaggio. A proposito di tatuaggi, il Tar del Lazio osserva che ”la loro mera presenza sulla cute di un aspirante a pubblico impiego è, di per sé, circostanza irrilevante, che acquista una sua specifica valenza, ai fini dell’esclusione dal concorso, solo quando il tatuaggio, per estensione, gravità o sede, determini una rilevante alterazione fisiognomica”.
“Ciò soprattutto – prosegue il pronunciamento del Tar -nell’ambito degli ordinamenti militari, che si caratterizzano, tra l’altro, per la particolare rilevanza della ‘presenza fisica’, sicché anche un tatuaggio può assumere rilievo ai fini dell’adozione di un giudizio di non idoneità al servizio”. Tuttavia i giudici amministrativi aggiungono che ”la presenza di un tatuaggio non può costituire causa automatica di esclusione dal concorso per non idoneità, essendo necessario che tale alterazione acquisita della cute rivesta carattere ‘rilevante’ e che sia idonea a compromettere il decoro della persona e dell’uniforme, con conseguente onere per l’amministrazione di specificare, con adeguata motivazione, le ragioni in base alle quali la presenza di un tatuaggio possa assurgere a causa di non idoneita’ nell’arruolamento”.
Nel caso di Miriam – osserva ancora il Tar – i tatuaggi sarebbero stati interamente coperti dall’uniforme e, dunque, non era giusto escluderla dal corso per ufficiale delle ‘fiamme gialle’. Per la novità della questione posta all’attenzione della giustizia amministrativa le spese sono state divise tra l’aspirante ‘finanziera’ – che adesso potrà partecipare al concorso – e il Ministero dell’Economia.