RUSSIA, MOSCA – Sullo sfondo delle tensioni tra Usa e Ue per gli sviluppi del Datagate, si apre un nuovo capitolo della guerra spionistica tra Washington e Mosca, come riporta la stampa russa. Il ministero degli esteri russo è rimasto irritato dalle notizie riportate da alcuni media statunitensi, secondo cui l’Fbi sospetta Iuri Zaitsev, capo a Washington di un programma di scambi culturali finanziato dal Cremlino, di reclutare giovani americani come spie russe.
“Crediamo che tali notizie e le azioni delle autorità americane siano di natura non amichevole e volte a deteriorare il clima nell’area dello sviluppo della cooperazione umanitaria internazionale”, ha reagito il ministero guidato da Serghiei Lavrov. Mosca ha invitato quindi gli Usa a “prendere senza ambiguità e pubblicamente le distanze da maliziosi tentativi di gettare un’ombra sulle attività del centro russo di scienza e cultura a Washington”, conosciuto come Rossotrudnicestvo.
“E’ un peccato che periodicamente le relazioni russo-americane riecheggino la guerra fredda”, ha commentato Zaitsev con Itar-Tass. Secondo la stampa Usa, Zaitsev avrebbe usato viaggi e lussuosi soggiorni in Russia per reclutare giovani americani, creando schede su alcuni partecipanti da coltivare come agenti. Il centro russo ha organizzato dal 2011 brevi visite per oltre mille tra giovani politici, studiosi, imprenditori da 50 Paesi.
I rapporti tra Mosca e Washington sono migliorati grazie alla collaborazione sulla Siria, ma restano molti punti di conflitto, tra cui la reciproca attività spionistica: dalla scoperta in Usa della rete di 007 russi di cui faceva parte Anna Champan all’asilo politico concesso dal Cremlino alla talpa del Datagate Edward Snowden, sino al clamoroso arresto – in parrucca – di un agente Cia che lavorava sotto copertura diplomatica all’ambasciata americana a Mosca.