Immaginare per un momento il Capo del Pentagono (in realtà Medvedev è qualcosa di più in Russia, il Consiglio di sicurezza nazionale è qualcosa di perfino più ampio del Pentagono) che pubblicamente dichiara in tv: “Bastardi russi, fino a che sarò vivo lavorerò per farli sparire”. Immaginato? Oppure immaginate il presidente del Parlamento europeo o un qualsiasi ministro della Difesa o Generale di Stato Maggiore di qualunque paese d’Europa che dicesse pubblicamente in tv: “Russi bastardi, l’obiettivo è farvi sparire, vi odio e vi odierò a vita”. Immaginato?
Una cosa così si fatica a immaginarla, sarebbe una cosa con dentro qualcosa di un immaginato Stranamore diventato realtà. Sarebbe una dichiarazione di guerra totale, non nazione contro nazione ma civiltà contro civiltà, qualcosa che teorizzò e definì nei suoi caratteri un certo Goebbels. Inimmaginabile dunque che da un governo o da un paese venga una pubblica esposizione di odio programmatico, di odio rivendicato come esistenziale e identitario, odio come missione, missione di cancellazione dell’altro da sé come sporcizia del mondo.
Non serve più la fatica di immaginare, la pubblica e programmatica dichiarazione di odio identitario e quindi di guerra totale nonché eticamente giusta e santa è arrivata. Da Mosca e non dall’Occidente. Medveved ha chiarito a tutte le forme e organizzazioni e umori e reti e link dei Forza Russia in Occidente (come non sorprende particolarmente rigogliosi in Italia) per cosa si combatte oggi in Ucraina, domani chissà. Mosca combatte contro l’Occidente che considera meritevole di cancellazione, cancellazione almeno dei suoi valori, del suo modo di vivere, della sua concezione di libertà, diritti, poteri, cittadinanza. Sistema, modello di vita occidentale da cancellare perché “bastardo” e se cancellarlo costerà oggi la guerra in Ucraina e domani altrove sarà una unica lunga e grande campagna. E’ guerra giusta e santa. Come direbbe l’Isis, come dice l’Isis di Mosca.