G20: Canada preme per target calo deficit, yuan in agenda

Il ministro delle Finanze canadese Jim Flaherty

Lo yuan sarà uno dei temi del G20 nonostante le obiezioni cinesi.

E lo sarà nell’ambito di un contesto più ampio: quello in cui ogni paese può fare qualcosa per rafforzare e bilanciare la ripresa economica. Il vertice – avvertono dal governo canadese – non dovrà però sconfinare nel diventare un puntare un dito contro qualcuno o qualcosa. Illustrando il prossimo appuntamento di Toronto il 26 e 27 giugno, le autorità canadesi puntano al raggiungimento di un accordo sul fissare target precisi di riduzione del deficit e del debito.

In una lettera inviata ai laeder del G20, la seconda in vista del vertice, il premier del canada Stephen Harper propone ai leader di raggiungere un accordo per dimezzare il deficit entro il 2013 e stabilizzare o iniziare a ridurre il rapporto debito-pil entro il 2016.

Sul raggiungimento di un accordo per stabilire obiettivi di riduzione del deficit e del debito si è detto fiducioso il ministro delle Finanze canadese Jim Flaherty che, in un’intervista all’Ap, spiega: un accordo ancora non c’é ma “ragionevoli progressi sono stati fatti in tema di risanamento fiscale, incluso parlare di target concreti sui quali accordarci. Speriamo di arrivare a un accordo di questo genere”. “Siamo tutti d’accordo – aggiunge – sul fatto che la priorità è il risanamento dei conti così da avere una crescita economica più forte. L’obiettivo da raggiungere, e sul quale ci sono state molte discussioni, è come bilanciare la necessità di continuare a stimolare l’economia con quella di ridurre il deficit e il debito”.

Nella missiva Harper, constatando una ripresa “fragile e ineguale”, invita i suoi colleghi a mantenere in atto i piani di stimolo così da sostenere l’economia pur impegnandosi a mettere a punto piani credibili di risanamento dei conti pubblici. “Le economie avanzate devono inviare un chiaro messaggio, ovvero che con il ritiro delle misure di stimolo concentreranno la loro attenzione sul rimettere in ordine le finanze pubbliche” spiega Dimitri Soudas, portavoce di Harper, illustrando la lettera. “Questo richiede – aggiunge Soudas, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg – piani di risanamento per dissipare l’incertezza e la volatilità finanziaria che potrebbe indebolire le future prospettive di crescita”. “Non siamo ancora fuori dai guai.

La ripresa della domanda privata non è ancora assicurata in tutti i paesi del G20 e nuovi rischi stanno emergendo” aggiunge Soudas chiarendo la missiva. Harper preme inoltre affinché il G20 raggiunga un accordo su una “gamma di politiche” a sostegno della crescita, inclusa la riforma del settore finanziario e le misure da adottare per rafforzare la domanda interna nelle economie emergenti.

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Lorenzo Briotti