Gb. Crisi Cuba 50 anni fa: i missili protetti come patrimonio storico

Uno dei siti missilistici in Gran Bretagna

LONDRA, GRAN BRETAGNA – La crisi missilistica di Cuba compie oggi 50 anni. Nell’ottobre del 1962 il mondo trattenne il respiro per 14 lunghi giorni mentre John F. Kennedy e il leader sovietico Nikita Khrushchev fecero il possibile per evitare l’armageddon.

English Heritage, l’ente che si occupa della salvaguardia del patrimonio storico inglese, ha allora scelto l’anniversario per annunciare l’iscrizione nelle sue liste di siti protetti due basi della Raf che ospitarono i razzi a medio raggio Thor.

Per non dimenticare cosa fu la Guerra Fredda. I resti di quell’enorme sforzo bellico, furiosamente e assurdamente rinforzati appositamente per non essere usati mai, stanno infatti “sbiadendo” con una velocità superiore ai loro colleghi delle “guerre mondiali”. Per le basi di Harrington, (Northamptonshire) e North Luffenham (Rutland) sono dunque scattati vincoli ambientali stringentissimi di norma associati a cattedrali e dimore patrizie.

“Questi siti missilistici rappresentano i pochi ricordi tangibili visibili in questo Paese della crisi di Cuba”, ha spiegato il direttore di English Heritage Simon Thurley. “Vanno preservati per ricordare alle generazioni presenti e future il momento in cui la Storia camminò su una lama di rasoio”.

La Gran Bretagna era d’altra parte schierata in prima linea nella lotta contro il comunismo e il regime sovietico. Così, quando la linea rossa tra la Casa Bianca e il Cremlino si fece incandescente (la centralina di scambio delle comunicazioni riservate tra Mosca e Washington era custodita in un bunker sotterraneo piazzato nel cuore di Londra), i missili Thor di Rutland vennero messi in attesa, pronti ad essere impiegati. Le strutture di lancio, i silos di cemento armato e parte delle apparecchiature che servivano a gestire gli angeli della morte sono ancora lì, sebbene rosicchiati dalle intemperie.

“Ora non sembra ma qui la tecnologia impiegata era della massima qualità, l’ultimo ritrovato della scienza”, nota l’esperto di Guerra Fredda Wayne Cocroft. In totale furono 60 i missili Thor dislocati dagli Stati Uniti in 20 siti diversi della Gran Bretagna orientale a partire dal 1958 (nome in codice: Project Emily). I missili  erano gestiti dalla Raf ma il controllo delle testate restava nelle mani degli Usa. La decisione di lanciarli era vincolata all’accordo di entrambe le nazioni.

“Le strutture della Guerra Fredda tendono ad essere dimenticate”, ha ammonito il sottosegretario al patrimonio culturale Ed Vaizey. “Invece sono un’importante testimonianza di un periodo storico molto teso in cui gente viveva nel terrore di una guerra nucleare e della fine del mondo come lo conosciamo”.

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lgermini