ROMA – Dopo il ministro della Difesa tedesca Karl Theodor zu Guttenberh, un altro volto noto della politica internazionale rischia di perdere la laurea: Seif al Islam Gheddafi, il figlio “presentabile” del rais libico.
La London School of Economics ha aperto un’inchiesta formale sulle accuse che il secondogenito di Muhammar Gheddafi avrebbe violato le norme dell’etica accademica, copiando senza attribuzione passi della sua tesi di dottorato.
La prestigiosa università londinese sta anche valutando voci secondo cui Saif avrebbe usato un ‘ghost writer’ per scrivere la tesi, che poi è stata esaminata da un Lord laburista, Meghnad Desai, professore emerito di economia alla Lse.
Le accuse sono legate alla decisione, da oggi all’esame del consiglio accademico, se revocare o meno il diploma, ma anche respingere una donazione da 300 mila sterline, parte di un impegno da 1 milione e mezzo di sterline che lo stesso Saif aveva promesso all’università dopo aver ricevuto il dottorato.
Lunga 429 pagine, la tesi di Saif si intitola ”Il ruolo della società civile nella democratizzazione delle istituzioni di governance globale”. Nei giorni scorsi blogger, oppositori del regime di Tripoli e semplici attivisti online avevano scandagliato citazioni e note del voluminoso lavoro, che in passato ha contributo al giudizio di pensatore illuminato del figlio del rais, per trovare sufficienti casi di plagio e costringere la prestigiosa istituzione accademica londinese a spogliare l’erede della Gheddafi Spa del titolo di dottore in teoria politica, conferitogli nel 2008.
La Lse ritira un diploma di laurea solo in caso di ”preoccupazioni comprovate sulla maniera con cui è stato prodotto il lavoro”. Come in tutte le università anglosassoni, l’appropriazione di concetti o frasi senza attribuirle alla fonte è un crimine imperdonabile: nel caso di Saif, una quindicina di passi potrebbero costituire plagio.
Il relatore della tesi del figlio di Gheddafi è stato David Held, un luminare del settore e il direttore del centro della Lse per la Global Governance. Al Times, che lo ha pungolato, ha ammesso che le voci sul ghost writer circolavano anche allora. ”Dopo che ha consegnato, si diceva che non fosse stato il solo autore”, ha detto il professore, che ha aggiunto di aver fatto accertamenti, da cui Saif uscì assolto.
Lord Desai è anche lui convinto che la tesi di Gheddafi jr sia tutta farina del suo sacco: ”L’ho letta, lui l’ha difesa bene e non c’era nessuno presente. Non c’è ragione di pensare che abbia usato aiuti”.
Nella tesi, Saif afferma di aver ricevuto consigli da Joseph Nye, un importante economista di Harvard, e dà credito al Monitor Group, che impiega Sir Mark Allen, un ex agente dell’MI6 ed ex consulente di BP, per avergli fornito dati empirici per il lavoro.
La tesi di Saif avrebbe dovuta essere pubblicata dalla Oxford University Press: secondo il Times, le ultime controversie hanno messo uno stop alla stampa.
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