Inchiesta sulle escort e Vaticano: "E' ora di parlare"

ROMA, 19 SET – Di fronte a ''fatti cosi' gravi'' la ''preoccupazione etica e morale e' grandissima'', e quindi per la Chiesa italiana ''e' giunto il momento di parlare''. Per un alto esponente dell'episcopato, che pero' per ruolo istituzionale preferisce rimandare la palla ai vertici della Cei, la misura e' colma: la Chiesa non puo' piu' tacere di fronte a cio' che emerge dalle inchieste sulle escort e alla deriva morale in cui ormai si dibatte la politica nazionale.

Una posizione, questa, che interpreta tutto il disagio che si vive nel cattolicesimo italiano, dinanzi alle cascate di rivelazioni su scandali sessuali, presunti ricatti, corpi femminili in vendita per soldi o per comparsate in tv, volgarita' a getto continuo. Famiglia Cristiana online, col consueto spirito icastico, parla di ''un premier che governa 'a tempo perso', ormai seppellito da centinaia di migliaia di intercettazioni che dipingono l' 'orgia del potere' ''.

Per conoscere la posizione del vertice della Chiesa italiana, pero', bisognera' attendere la prolusione che il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, terra' lunedi' prossimo in apertura del Consiglio Episcopale Permanente. Non mancheranno riferimenti all'attualita' piu' stretta, dalla crisi economica alle inchieste su prostituzione e potere. D'altronde il pensiero di Bagnasco su questi aspetti e' noto, ripetuto anche al ''parlamentino'' Cei riunitosi ad Ancona in gennaio, quando richiamo alla ''misura'' e alla ''sobrieta''' cui deve attenersi chiunque assuma un mandato politico.

E anche da Oltretevere, per bocca del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, e' arrivato ieri un nuovo monito per i ''laici credenti'' alla ''coerenza'' tra ''i principi, la vita spirituale che praticano, e i comportamenti''. Ma se la Chiesa fa sempre piu' fatica a mantenere una posizione di 'appeasement' verso l'attuale governo, dovuta anche alla diffidenza verso soluzione alternative, per il momento non sono attesi interventi di esplicita sconfessione. Tanto che, tra i sacerdoti impegnati nel sociale, c'e' che parla di silenzio ''assordante'' , dovuto a ''ragioni interne ed esterne al mondo ecclesiastico che hanno minato la credibilita' del cristianesimo occidentale''. A sostenerlo e' monsignor Vinicio Albanesi, uno dei cosiddetti ''preti di strada'', fondatore della Comunita' di Capodarco, che accoglie disabili gravi e gravissimi e tossicodipendenti. ''Il grande scandalo della pedofilia – sostiene Albanesi – ha tolto valore alle parole soprattutto dei vescovi che non si sono impegnati nel fare chiarezza subito''. E, sempre tra le ragioni interne che hanno causato nella Chiesa la perdita di autorevolezza Albanesi annovera ''l'approfittare di alcuni benefici economici come l'Ici''. ''Entrambi i temi hanno tarpato le ali ad ogni senso critico, sia sul piano politico che su quello morale''. ''E' necessario inoltre ricordare – prosegue il sacerdote – che i vescovi, all'inizio del berlusconismo, hanno creduto alla sbandierata attenzione alla vita e alla famiglia, tanto che il giudizio della Chiesa e' stato sempre piu' critico con il governo Prodi che con quello Berlusconi''.

''Il cristianesimo e' ormai inquinato – dichiara Albanesi – perche' ha mescolato principi evangelici e prassi di vita tolleranti e peccaminose, spostando in avanti i paletti delle verita' ecclesiastiche''. ''A questo punto – aggiunge Albanesi – la perdita di credibilita' delle gerarchie ecclesiastiche e' tanto grave e seria che si e' arrivati addirittura a denunciare il Papa al tribunale dell'Aja, un passo impensabile solo qualche tempo fa''.

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Elisa D'Alto