La vicenda è riferita dall’agenzia di stampa Ians, secondo cui Rakesh Kumar, che è stato arrestato, aveva avuto vari problemi con le sue attivita’ commerciali per cui era stato costretto a contrarre prestiti da vari amici. Non potendo restituire le somme ricevute e di fronte a forti pressioni, l’uomo si e’ deciso a mettere in atto un piano che, a suo avviso, avrebbe potuto risolvere la questione. Cosi’ il 9 febbraio è andato alla polizia per denunciare la scomparsa del figlio che, ha suggerito, poteva essere stato rapito.
”Il giorno successivo – ha raccontato il vicecommissario di polizia Sharad Agarwal – il corpo del bimbo è stato recuperato in un canale e l’autopsia ha stabilito che la morte era dovuta a strangolamento” Nel corso delle indagini Kumar, ha ribadito il sospetto che i responsabili dell’uccisione potessero essere proprio i suoi amici a cui non aveva potuto rimborsare il prestito. Ma l’artificio non ha retto all’insistenza degli inquirenti a cui il commerciante ha finito per confessare. ”Ci ha detto che i creditori lo braccavano – ha infine comunicato il vice- commissario Agarwal – e che la sua famiglia lo considerava un fallito. E che in questo modo pensava di poter eliminare il primo problema e trasformare il secondo in solidarietà”.