E’ salita la tensione in Kashmir dopo l’uccisione di due manifestanti, tra cui un bambino di 9 anni, in incidenti avvenuti oggi con le truppe paramilitari in due diverse zone della vallata himalayana contesa da India e Pakistan. Dallo scorso 25 giugno il bilancio delle vittime degli scontri e’ salito a cinque.
Secondo quanto riportano i media indiani, i separatisti kashmiri avevano indetto per oggi una dimostrazione per protestare contro recenti episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine. Il bambino e’ stato ucciso nella citta’ di Baramulla dal corpo paramiliare di frontiera (Crpf), mentre un altro giovane e’ morto a Sopore, che sorge a 14 chilometri di distanza e dove era in corso il funerale di Bilal Ahmed Wani, 20 anni, vittima di altri sanguinosi scontri avvenuti ieri.
Il responsabile delle truppe, Vikram Srivastava, ha detto alla televisione Ndtv ”che non erano stati usati proiettili veri contro il corteo funebre”. A Sopore, che sorge a una trentina di chilometri a nord ovest del capoluogo Srinagar, e’ in vigore il coprifuoco ed e’ stata rafforzata la sicurezza.
Il 25 giugno due adolescenti erano stati uccisi durante una manifestazione di protesta indetta contro l’uccisione di due militanti separatisti. Per evitare disordini, le forze dell’ordine hanno messo agli arresti domiciliari diversi capi del movimento separatista Hurriyat Conference, tra cui il leader moderato Mirwaiz Umar Farook.