L’Iran consentirà alle madri dei tre americani catturati lo scorso luglio lungo il confine iracheno di visitarli in prigione, a quanto ha annunciato oggi il ministro degli esteri Manouchehr Mottaki. Secondo il sito themonitor.com, la decisione è stata presa per ragioni di carattere umanitario.
Si tratta del primo segnale positivo dell’Iran in una questione che ha esacerbato ulteriormente le già tese relazioni con gli Stati Uniti riguardo ai mancati progressi sul programma nucleare di Teheran ed alla sanguinosa repressione delle proteste seguite alle elezioni in cui è stato riconfermato il presidente Mahmoud Ahmadinejad.
Durante i nove mesi trascorsi in prigione, i tre americani sono stati accusati di spionaggio, ma non sono stati ancora sottoposti a processo, nè accuse formali sono state mosse contro di loro. Lo scorso febbraio Ahmadinejad ha proposto di scambiare i tre americani con gli iraniani che dice sono incarcerati negli Stati Uniti.
Le preoccupazioni nei confronti dei tre detenuti sono aumentate dopo la visita fatta loro da diplomatici Svizzeri, il 22 aprile, che hanno trovato due di loro in condizioni di salute precarie.
L’Iran ha accusato Shane Bauer, la fidanzata Sarah Shourd ed il loro amico Josh Fattal di aver attraversato illegalmente il confine iraniano e di essere collegati ai servizi di intelligence americani. Tanto le loro famighlie che il governo di Washington hanno negato le accuse.
Le famiglie dei tre, laureati all’Università della California a Berkeley, hanno affemarto che i giovani stavano facendo una escursione nella regione irachena del Kurdistan e che hanno passato il confine iraniano inavvertitamente.
Le madri dei tre escursionisti erano partite martedi da New York per Teheran nel tentativo di rivolgere un appello alle autorità iraniane affinchè liberino i loro figli.