TEHERAN, IRAN – L’Iran torna ad accusare gli Stati Uniti dopo l’uccisione dello scienziato nucleare Mostafa Ahmadi-Roshan: “Abbiamo le prove che questo atto terroristico e’ stato pianificato, coordinato e sostenuto dalla Cia e dal Mossad”, si legge in una nota del ministero degli Esteri di Teheran. Il testo e’ stato consegnato all’ambasciatore svizzero, che rappresenta gli interessi Usa nel Paese.
La lettera di condanna e’ stata inviata anche alla Gran Bretagna: Teheran sottolinea che “le uccisioni degli scienziati iranianiàsono iniziate” quando l’intelligence di Londra ha annunciato “operazioni di spionaggio contro i Paesi che cercano di dotarsi di armi nucleari”. Dopo l’uccisione di Roshan, il quinto scienziato legato al programma nucleare assassinato, l’Iran ha chiesto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu e il segretario generale Ban Ki-moon condannino l’accaduto.
Intanto, e’ pressing degli Usa su Israele per scongiurare la possibilita di un attacco aereo contro l’Iran: a rivelarlo è il Wall Street Journal, secondo cui la Casa Bianca e il Pentagono sono molto preoccupati per la situazione. Barack Obama e il segretario alla Difesa Leon Panetta avrebbero inviato ai leader israeliani una serie di messaggi privati, mettendo in guardia lo Stato ebraico sulle “terribili conseguenze” di un eventuale bombardamento sull’Iran.
Su un altro piano, scrive ancora il Wsj, Washington e’ impegnata in un pressing fortissimo su Teheran, per convincere i leader iraniani a evitare pericolose provocazioni che potrebbero far precipitare la situazione sia con Israele sia nel Golfo Persico. Solo pochi giorni fa e’ stato infatti sfiorato un incidente tra unità iraniane e navi statunitensi nel Golfo.
L’episodio risale allo scorso 6 gennaio, ma è stato reso noto solo ora, e si è verificato nel cruciale stretto di Hormuz, quando alcune motovedette iraniane armate hanno sfidato una nave da trasporto anfibia della marina statunitense, avvicinandosi a meno di 500 metri senza rispondere ai tentativi degli americani di contattarli via radio. Il secondo episodio si è verificato al largo di Kuwait City, quando altre motovedette iraniane hanno affiancato un guardiacoste americano, brandendo fucili e mitragliatori.
I due episodi confermano le preoccupazioni degli Usa, che hanno messo in allerta il regime iraniano sul rischio di incidenti che possano far precipitare la situazione nel Golfo anche senza indicazioni precise da Teheran.