Iran. Usa, Gb, ”Nessuna opzione esclusa” contro programma nucleare

Impianto nucleare iraniano ad Arak

WASHINGTON, STATI UNITI – ”Nessuna opzione esclusa”, neanche quella militare: monta a livello internazionale la tensione sul programma nucleare iraniano. Di fronte allo spettro di un Iran dotato di bomba atomica, e’ stata la Gran Bretagna a evocare la possibilita’ di un’azione militare, mentre il presidente Usa Barack Obama ha detto che ”nessuna opzione” e’ esclusa, pur precisando che ”la via privilegiata e’ la diplomazia”.

E mentre l’Unione europea conferma di essere pronta a prendere nuove misure restrittive contro Teheran, pur rinviando le decisioni al consiglio esteri del prossimo primo dicembre, la Russia dichiara di ritenere quella delle sanzioni ”una via esaurita”. Le preoccupazioni per il programma atomico iraniano sono tornate in primo piano dopo il rapporto dell’Agenzia nucleare delle Nazioni Unite (Aiea), secondo il quale esistono ”prove chiare” sui suoi scopi militari e non solo civili.

Ma in vista della riunione dei governatori dell’Aiea, giovedi’ prossimo a Vienna, si moltiplicano le prese di posizione che confermano le divisioni della comunita’ internazionale. A cominciare dall’Ue: ”Tutte le opzioni devono restare sul tavolo”, ha detto il ministro degli esteri britannico, William Hague, al suo arrivo al consiglio esteri europeo. ”Noi non lo prevediamo in questo momento. E non facciamo appello a un’opzione militare ne’ la auspichiamo”, ha chiarito Hague. ”Ma nessuna opzione va esclusa”, ha ribadito il ministro.

Contro la minaccia di Hague si sono invece schierate la Germania e la Francia. ”Se l’Iran rifiuta di cooperare con l’Aiea, sono inevitabili sanzioni piu’ severe”, ha detto il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle. ”Ma noi non partecipiamo alla discussione su un intervento militare. Noi crediamo che queste discussioni siano controproduttive e le rigettiamo”, ha chiarito il ministro tedesco. Per il suo collega francese, Alain Juppe’, un intervento militare sarebbe ”un rimedio peggiore del male, che ci porterebbe verso una spirale difficilmente gestibile”.

Al coro delle voci contrarie si sono aggiunte quelle del ministro degli esteri svedese Carl Bildt (”una risposta militare non e’ giustificata ne’ necessaria”) e del capo della diplomazia lussemburghese Jean Asselborn (”avrebbe conseguenze devastanti”). D’accordo invece a mantenere tra il ventaglio delle opzioni possibili anche l’uso della forza, i ministri degli esteri di Olanda e Irlanda. Nelle conclusioni approvate da tutti i 27 ministri, l’Ue si impegna ”a esaminare eventuali nuove misure” restrittive (tra cui il blocco degli investimenti della Banca europea degli investimenti) ed esorta le autorita’ iraniane a ”rispondere alle preoccupazioni internazionali” sulla natura militare del suo programma.

Europa e Usa sono uniti sulla necessita’ di imporre nuove sanzioni. Ma resta lo scoglio di Russia e Cina. ”Ci consulteremo su come procedere nelle prossime settimane”, ha detto Obama, parlando al termine del vertice dell’Apec. ”C’e’ un ampio consenso contro il programma nucleare dell’Iran, che pone rischi non solo per la regione, ma anche per gli Usa. Teheran dovrebbe rispettare gli obblighi internazionali. Il mondo e’ unito e l’Iran e’ isolato e le sanzioni imposte stanno avendo un effetto enorme”, ha assicurato il presidente americano.

Ma le dichiarazioni giunte poi da Mosca dimostrano in realta’ che anche sul tema sanzioni le divisioni persistono. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato di ritenere che vi sia una ”campagna orchestrata” contro il programma nucleare iraniano per ”alimentare la tensione” e per ”imporre nuove sanzioni”. Una via che pero’ la Russia ritiene ”esaurita” continuando a credere nella soluzione diplomatica, che però, finora, non ha dato frutti.

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lgermini