Iran, “troppo riformista”: contestato dal governo il nipote di Khomeini

TEHERAN – Hassan Khomeini, nipote e capo riconosciuto dei discendenti del fondatore della Repubblica islamica iraniana, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, è stato preso di mira da gruppi di contestatori filo-governativi a causa delle sue simpatie per il movimento riformista.

Gli episodi, secondo quanto riferiscono la stampa e siti dell’opposizione, sono avvenuti nell’ultima settimana durante cerimonie religiose nella cittù santa sciita di Qom e a Teheran.

”Nasrallah è il vero nipote dell’Imam Khomeini”, è uno degli slogan scanditi contro Hassan Khomeini, secondo quanto scrive il sito Kaleme, da gruppi di dimostranti filo-governativi. Un riferimento al capo dell’Hezbollah sciita libanese, che si chiama Hassan proprio come il nipote della guida della rivoluzione del 1979 in Iran.

Una delle cerimonie prese di mira dai fondamentalisti si stava tenendo nel quartiere di Jamaran a Teheran per il settimo giorno dalla morte di un genero dell’ayatollah Khomeini. In questa occasione, scrive il quotidiano Sharq, miliziani filo-governativi avrebbero anche preso a calci la porta della casa dell’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, che abita vicino.

Hassan Khomeini, 39 anni, non svolge attività politica, ma è considerato il più importante dei 15 nipoti della guida della rivoluzione islamica ed è custode del mausoleo del nonno, a sud di Teheran. Proprio qui, nel giugno dello scorso anno, Hassan Khomeini fu zittito da cori di fondamentalisti mentre parlava nel 21° anniversario della morte dell’ayatollah. La ragione sono le simpatie che lui e diversi altri membri della famiglia non hanno nascosto per i riformisti e l’insofferenza per alcune delle politiche del presidente Mahmud Ahmadinejad.

Quanto a Rafsanjani, nelle contestate elezioni presidenziali del 2009 aveva sostenuto il candidato moderato sconfitto, Mir Hossein Mussavi, poi divenuto leader dell’opposizione insieme a Mehdi Karrubi. Una figlia dell’ex presidente, Faezeh, è stata fermata ben tre volte dalla polizia mentre partecipava a manifestazioni contro la rielezione di Ahmadinejad.

L’ayatollah Mussavi-Ardebili, figura di moderato, ha condannato gli episodi e ha denunciato la presenza di ”un fuoco che se non verrà estinto si trasformerà in un grande incendio e minerà la fiducia del popolo nel regime”. ”Chi sono gli autori di queste azioni e chi li sostiene?” chiede il deputato riformista Qodratollah Alikhani, citato da Sharq. E un altro parlamentare, Fazel Mussavi, chiede ”perché la giustizia non fa il suo dovere e non arresta questa gente?”.

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Published by
Maria Elena Perrero