Si chiama Ehsan Fattahian, ha 27 anni e la sua unica colpa è di essersi opposto al regime. Ehsan, nato a Kermanshah, fa parte della minoranza curda che vive nel Kurdistan iraniano. Arrestato per apostasia due anni fa, fu condannato a dieci anni di carcere, ma poi la Corte Suprema ha commutato la pena e lo ha condannato a morte. Secondo quanto affermano i blog (www.mideastyouth.com, http://senanews.blogfa.com) della dissidenza iraniana, Ehsan sarà giustiziato domani 11 novembre.
A comunicarlo al suo avvocato è stato due giorni fa l’autorità giudiziaria iraniana. L’esecuzione avverràalle 4 del mattino di mercoledi 11 novembre nella prigione iraniana di Sannandaj. Il suo caso e quello di altri prigionieri politici curdi fu sollevato un mese fa anche da Amnesty International. Domenica scorsa Ehsan aveva cominciato uno sciopero della fame. Nell’ultima lettera dalla prigione di Sanandaj ha scritto: «Non voglio parlare della morte; vorre porre domande sulle ragioni dietro essa. Oggi, quando la punizione è la risposta per coloro che cercano libertà e giustizia, come può uno temere la propria sorte. Quelli di “noi” che sono stati condannati a morte da “loro” sono colpevoli solamente di cercare una strada per un mondo più giusto e migliore. E “loro”, sono consapevoli dei propri gesti?».