Iran, arrestato alleato di Ahmadinejad. Si indurisce scontro con Khamenei

L'Ayatollah Ali Khamenei

TEHERAN, IRAN – Le agenzie di stampa iraniane riferiscono che un fedele alleato del presidente Mahmoud Ahmadinejad, Mohammed Sharif Malekzadeh, è stato arrestato, segno che la lotta per il potere tra il presidente e il leader supremo, Ayatollah Ali Khamenei si sta facendo più dura.

Fars, un’agenzia semi-ufficiale, non ha precisato le ragioni dell’arresto di Malekzadeh, che questa settimana si è dimesso dall’incarico di vice-ministro degli esteri, ma Mehr, un’altra agenzia semi-ufficiale, ha lasciato intendere che si tratta di accuse di misfatti finanziari.

Malekzadeh è il più stretto collaboratore di Ahmadinejad ad essere arrestato, e uno dei primi il cui arresto è stato riferito dalla stampa iraniana, mentre si approfondisce la rottura tra il presidente e Khamenei, leader spirituale del Paese e sua massima autorità.

Tutte le scelte di Ahmadinejad per la formazione del suo gabinetto governativo sono state osteggiate, inclusi i ministri degli esteri, del petrolio e dello sport. Malekzadeh è rimasto nel suo incarico solo tre giorni, costretto a lasciare dall’opposizione di membri del parlamento, che hanno minacciato l’impeachment del ministro degli esteri, Ali Akbar Salehi, se non avesse destituito Malekzadeh.

Alcuni degli alleati del presidente, incluso, Malekzadeh, sono stati accusati di essere parte di una ”corrente deviante e sleale”. Di conseguenza, molti ex-alleati di Ahmadinejad, intimoriti, lo hanno abbandonato e sono passati dalla parte di Khamenei. Sebbene questi screzi siano un elemento comune di un sistema con due leader, uno spirituale e l’altro laico, la lotta tra i due è diventata insolitamente di pubblico dominio dallo scorso aprile, quando Ahmadinejad e il leader supremo si sono scontrati riguardo al fato del ministro dell’intelligence. Il presidente lo ha destituito, ma è stato umiliato da Khamenei che lo ha rimesso al suo posto, avvertendo Ahmadinejad che anche lui poteva perdere il suo incarico.

Malezadeh è anche un alleato del capo di gabinetto del presidente, Esfandiar Rahim Mashaei, molto impopolare tra i clerici più conservatori dell’Iran. Il mese scorso un giornale conservatore ha chiesto l’arresto di Mashaei, definendolo ”una persona molto pericolosa che sta sostenendo un nuovo culto”.

Gli analisti politici non ritengono però che lo scontro tra Ahmadinejad e Khamenei finisca con una rottura. ”Il presidente sa di non avere i poteri istituzionali per sfidare le prerogative del leader supremo”, osserva Ray Takeyh, membro anziano del Council on Foreign Relations ed ex-consigliere del presidente Barack Obama sulle questioni iraniane. E aggiunge: ”Dal canto suo Khamenei si rende conto che una crisi provocata da un impeachment sarebbe destabilizzante per il sistema. Così, un Ahmadinejad indebolito ma sostanzialmente inoffensivo gioca a favore del leader supremo”.

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lgermini