Nucleare Iran, Usa freddi: “Risposte deludenti, accordo lontano”

Robert Gates

Gli Stati Uniti sono pessimisti sulla possibilità di raggiungere in tempi brevi un accordo con l’Iran sul nucleare. «La risposta di Teheran è deludente. Non ho l’impressione che siamo vicini a un’intese», ha detto Robert Gates, capo del dipartimento della Difesa.

Teheran, secondo Gates, «non ha fatto nulla per rassicurare la comunita’ internazionale e va verso l’arma nucleare. Di conseguenza, per diversi Paesi è venuto il tempo di una differente condotta».

La durezza del capo della Difesa, però, non implica automaticamente la chiusura delle trattative: il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa James Jones, durante la seconda giornata della conferenza internazionale sulla sicurezza, in corso a Monaco di Baviera, ha infatti assicurato che «la porta della diplomazia con l’Iran rimane aperta».

Gates ha precisato che dall’Occidente «verrà una risposta» solo se l’Iran darà seguito alla «proposta originaria» del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Venerdì 5 febbraio, intervenendo alla conferenza di sulla sicurezza a Monaco di Baviera, il ministro degli esteri Manuchehr Mottaki si era detto ottimista su un prossimo accordo sull’arricchimento dell’uranio iraniano all’estero.

Tuttavia, il ministro ha ribadito la volontà di Teheran di fissare – in base alle proprie necessità – le quantità di uranio che verrebbero esportate per essere arricchite. La proposta originaria del gruppo 5+1 prevede invece che l’Iran consegni 1.200 dei 1.500 kg di uranio arricchito al 3,5 per cento di cui dispone, per poi vedersi restituire lo stesso stock arricchito al 20%, da utilizzare per un impianto dove si producono isotopi per la cura dei tumori.

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Emiliano Condò