Per l’ex capo dell’Agenzie per il nucleare Mohammed Mustafa El Baradei la politica occidentale ha fallito e il vero antidoto agli estremismi è la democrazia. In un’intervista a La Stampa parla delle prossime elezioni in Egitto e del processo di pace israelo-palestinese. La simpatia verso gli Stati Uniti, dopo l’11 settembre, secondo lui è svanita e oggi ”la guerra ad Al Qaeda si è trasformata in una visione stereotipata del mondo arabo che ha prodotto rabbia, umiliazione”.
”Tranne i dittatori tutti gli altri sono terroristi. Se Bin Laden denuncia la cospirazione contro l’islam ha buon gioco”. Sul piano interno, in Egitto, El Baradei parla dei Fratelli musulmani che ”non sono fanatici quanto il regime egiziano li dipinge per giustificare il proprio dispotismo”. La soluzione, per il premio Nobel, in ogni caso, sta nell’includerli, perché ”criminalizzarli li rende più estremi”. Poi ammette che ”non è possibile partecipare a elezioni che mancano di garanzie, osservatori internazionali, giudici indipendenti. Il risultato è già scritto. Mi sono candidato per mettere in imbarazzo il regime”.
Il boicottaggio, dunque, è”l’unica arma pacifica per dire no”, altrimenti ”l’alternativa può essere violenta”, perché l’Egitto ”è un buco nero”. ”Il regime è nervoso, paranoico, ci sono arresti ogni giorno. E’ possibile che salti fuori qualcuno dall’esercito. Gli estremisti prosperano nell’incertezza. Ma il rischio vero è la ribellione per il pane”. Quanto al processo di pace in Medio Oriente, El Baradei è scettico. ”Non ho fiducia nella nuova Road map. Gli ultimi trent’anni hanno dimostrato che è una farsa”.