TEL AVIV, ISRAELE – Due attacchi, quasi simultanei, contro le rappresentanze diplomatiche di Israele in India ed in Georgia hanno provocato una impennata della tensione regionale. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e’ stato rapido nell’indicarne i mandanti ”nell’Iran e nei suoi lacche’, gli Hezbollah libanesi”. Accuse subito respinte dai rappresentanti del governo di Teheran.
Il primo attacco e’ avvenuto a New Delhi, a poche centinaia di metri dalla residenza del primo ministro Manmohan Singh. Testimoni oculari hanno visto un motociclista piazzare un congegno magnetico al finestrino posteriore dell’automobile di una diplomatica israeliana, Talya Yehoshua Koren. Pochi istanti dopo si e’ verificata una potente esplosione che ha proiettato la donna a notevole distanza, provocandole ferite alle gambe. L’autista e altri due passanti sono pure rimasti feriti.
Mentre a Gerusalemme arrivavano i primi aggiornamenti dell’attentato di New Delhi, anche l’ambasciata israeliana di Tbilisi (Georgia) ha segnalato lo stato di emergenza per un attentato sventato di misura. Alla guida della propria automobile, l’autista dell’ambasciatore aveva appena fatto scendere a scuola il figlio, quando si e’ insospettito per un rumore metallico di origine sconosciuta e ha cosi’ scoperto la presenza di una granata. Gli artificieri hanno provveduto a disinnescare l’ordigno, a poche centinaia di metri dall’ambasciata di Israele.
”Non tollereremo attentati terroristici nel nostro Paese” ha assicurato la ministra georgiana per le finanze Vera Kobalia, in visita in Israele. I servizi segreti israeliani erano sul chi vive da settimane, dopo una serie di attentati sventati in Bulgaria, Turchia, Thailandia e Azerbaigian. Un’occhiata al calendario e’ bastata loro per comprendere chi poteva guidare la lista degli ipotetici mandanti: lunedi ricorreva infatti il quarto anniversario della morte di Imad Mughniyeh, il responsabile militare degli Hezbollah dilaniato a Damasco da una autobomba confezionata – almeno secondo i suoi compagni – da agenti del Mossad.
In un intervento di fronte ai deputati del Likud Netanyahu ha imputato i due attacchi ad Iran e Hezbollah assieme. ”L’Iran – ha aggiunto – e’ la esportatrice n. 1 del terrorismo nel mondo”. E i suoi servizi segreti, sostengono analisti di Israele, lavorano gomito a gomito con il braccio armato degli Hezbollah. La tecnica usata per l’attentato di New Delhi ha peraltro ricordato agli esperti quella con cui poche settimane fa a Teheran fu ucciso uno scienziato nucleare.
Allora l’Iran ne imputo’ la eliminazione ad una cooperazione fra il Mossad e i dissidenti Mujaheddin del Popolo Iraniani. ”I nostri diplomatici – ha constatato il ministro degli esteri Avigdor Lieberman – sono ormai in prima linea”. In tutte le ambasciate di Israele le misure di sicurezza, gia’ severe, sono state ulteriormente rafforzate. In alcune capitali sono state chiuse anzitempo.
I diplomatici hanno anche avuto ordine di rinunciare alle proprie automobili finche’ sia passato il pericolo, cosa prevedibilmente non imminente. Questi attacchi, ha avvertito Lieberman, non resteranno comunque senza reazione. In serata i responsabili politici e militari di Israele sono stati impegnati in serrate consultazioni, anche nel timore che altri attentati possano verificarsi nell’immediato futuro. Intanto dal Libano si e’ appreso di voli di ricognizione condotti dall’aviazione militare israeliana.
Israele, estremamente preoccupata dai continui progressi dell’Iran intento – secondo la comunità internazionale – a costruire un ordigno nucleare, da tempo minaccia di sferrare un attacco contro il Paese degli ayatollah per stroncare alla radice le sue ambizioni nucleari. Gli Stati Uniti, almeno fino ad ora, sono però contrari, contando sulle dure sanzioni che stanno rendendo la vita molto difficile al governo di Teheran ed alla popolazione. Ma sembra che Israele abbia già deciso: l’attacco preventivo contro le installazioni nucleari iraniane avverrà a primavera, scatenando così l’inferno – dicono gli americani – in tutta quella strategica regione.