TEL AVIV, 16 SET – Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, sarebbe disponibile a valutare un innalzamento (upgrade in linguaggio tecnico-diplomatico) dello status dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) all'Onu, a patto che non sia equiparato a quello di uno Stato.
Lo scrive oggi il giornale Haaretz sulla base di informazioni trapelate da un nuovo colloquio avuto ieri da Netanyahu con la responsabile della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, a pochi giorni dall'annunciata presentazione al Palazzo di Vetro da parte dell'Anp di una richiesta di riconoscimento formale dei diritti di uno Stato di Palestina entro i confini pre-1967.
Di fatto si tratta di una correzione al ribasso rispetto all'opzione – circolata in sede Ue – secondo la quale si sarebbe dovuto cercare un compromesso spingendo l'Anp a evitare un passaggio dinanzi al Consiglio di Sicurezza (necessario per chiedere l'adesione a pieno titolo all'Onu, ma destinato ad andare incontro al veto di Washington), e ad accontentarsi del riconoscimento da parte della sola Assemblea Generale del titolo di 'Stato non membro': al pari del Vaticano o della Svizzera.
Opzione che tuttavia l'emissario del Quartetto, Tony Blair, e gli inviati americani Davide Hale e Dennis Ross – anch'essi presenti nella regione – avrebbero invitato a ritirare. E che in effetti la Ashton non sembra aver più sollevato concretamente in questi giorni.
Il 'modello Vaticano' non viene infatti ritenuto un compromesso accettabile da Israele – come ribadito oggi stesso in toni duri agli ambasciatori d'Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna – poiché esso potrebbe aprire all'Anp la porta del Tribunale penale internazionale (Tpi). E consentirle un'azione giudiziaria contro le colonie israeliane nei Territori occupati (Cisgiordania e Gerusalemme est), formalmente illegali secondo il diritto internazionale.
Di qui la controproposta – con ogni probabilità insufficiente per l'Anp – d'un innalzamento di status più limitato. Fino a un livello intermedio fra quello di 'entità osservatrice', riconosciuta attualmente alla rappresentanza palestinese all'Onu, e quello di 'Stato osservatore non membro': un qualcosa che al momento non esiste in termini giuridici, nota Haaretz, e che andrebbe ''inventato ad hoc''. Ma che, se concepito, Netanyahu potrebbe alla fine far suo.