TEL AVIV, 10 MAG – Il premier Benyamin Netanyahu ripreso in maniche di camicia con un giornalista americano, nella veste di 'guida turistica' nelle grotte di Rosh ha-Niqra, a poche centinaia di metri dal Libano. La signora Sarah Netanyahu impegnata a sorbire un caffe' in un centro commerciale dell' hinterland di Tel Aviv, con una giornalista tedesca. Da quando, il mese scorso, il premier e' stato presentato ai lettori del settimanale 'Time' con un articolo lusinghiero titolato 'King Bibi' i coniugi Netanyahu hanno lanciato una vera ''offensiva'' di sorrisi spartendo il loro prezioso tempo libero anche con 'Vanity Fair', col tedesco Bild e con la rete televisiva Cbs.
Adesso le immagini apparse all'estero rimbalzano in Israele, dove invece i Netanyahu mantengono da anni con la stampa locale un rapporto ricco di sospetti e di diffidenza. Dalle pagine di Bild gli israeliani hanno appreso che la recente liberazione del soldato Ghilad Shalit – per quasi sei anni prigioniero a Gaza di Hamas – e' stata decisa da Netanyahu dopo una accorata perorazione della moglie, di professione psicologa: ''Sarah mi ha detto: pensa a quel ragazzo in uno scantinato oscuro, senza speranza, senza luce. Pensa come se fosse tuo figlio. Pensa a sua madre, a suo padre… poi decidi''.
Mentre in patria viene rappresentata come una donna dal carattere spigoloso ed invadente, anche nelle questioni di Stato, alla inviata di Bild la 'first Lady' ha fatto un'impressione eccellente: in particolare per la sua dedizione nei confronti del padre, quando mesi fa era in punto di morte. Ora i giornali israeliani si chiedono per quale ragione siano stati esclusi dalla improvvisa ''offensiva dei sorrisi'' dei Netanyahu. Una prima risposta e' tecnica: se il premier e la moglie spalancassero la loro abitazione ad un giornale per consentire la pubblicazione di un servizio di 20 mila parole (come quello di Bild) gli altri certo recriminerebbero. E dunque in definitiva la posizione dei Netanyahu ne risentirebbe. A cio' si aggiunge pero' l'ingresso sul mercato del 'free press' Israel ha-Yom (un giornale filo-governativo, distribuito in 300 mila copie) che ha inflitto danni economici severi ai tabloid rivali, Yediot Ahronot e Maariv. In ritorsione, questi ultimi non esitano a lanciare frecciate velenose verso casa Netanyahu. Anche in futuro, dunque, gli israeliani interessati al menage familiare del premier dovranno probabilmente ricorrere ai buoni servigi di inviati stranieri.