Libia, La Russa: “Pronti a bombardare anche subito”

ROMA – Saranno sempre dodici, come adesso, i velivoli italiani messi a disposizione della Nato per le operazioni militari in Libia, ma otto di questi potranno bombardare o lanciare i missili di cui sono dotati. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nelle sue comunicazioni davanti alle Commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato.

”I velivoli e gli equipaggi sono già pronti e al termine di questa informativa saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati” nei bombardamenti mirati sulla Libia. Il Governo ha autorizzato i caccia italiani ad ”azioni mirate contro specifici e selezionati obiettivi militari, sul territorio libico, o contro obiettivi che rappresentino una chiara e immediata minaccia o pericolo per i civili”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nelle sue comunicazioni davanti alle Commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato.

”L’impiego delle nostre forze aeree sarà nel pieno rispetto della Risoluzione 1973 dell’Onu e l’ingaggio degli obiettivi avverrà con sistemi d’arma di alta precisione, al fine di evitare ogni danno collaterale”, ha detto il ministro della Difesa. ”Non voglio impiccarmi alle parole – ha aggiunto – ma proprio per questo a me continuare a parlare di bombardamenti sembra fuorviante, e tanto più lo è il desumere, dall’improprio utilizzo di questo termine approssimativo, un sostanziale cambio di strategia delle nostre forze”. Ed ancora, ”quell’impiego non può né deve essere giudicato come ultroneo rispetto al mandato di difesa della popolazione civile, bensì come l’utilizzo di ‘ogni misura necessaria per garantire quella sicurezza’, nello spirito e nella lettera della Risoluzione delle Nazioni Unite”.

“A giorni” l’Italia invierà in Libia ”dieci istruttori militari da inserire nella costituenda struttura di comando del Cnt, insieme a un pari numero di istruttori inglesi e francesi”.

I trenta istruttori militari di Italia, Francia e Gran Bretagna (dieci per ogni Paese) ”saranno inseriti nella costituenda struttura militare di comando del Consiglio Nazionale di Transizione a Bengasi”, ha detto La Russa. ”Gli uomini dei tre gruppi – ha aggiunto – non avranno un’unica struttura gerarchica, con un unico comandante, ma agiranno in coordinamento fra loro, con il compito di assistere e consigliare gli ufficiali del Consiglio Nazionale di Transizione nei vari settori (personale, operazioni, logistica, comunicazioni, eccetera), al fine di attuare le misure piu’ proprie per proteggere la popolazione civile dagli attacchi delle forze fedeli a Gheddafi”.

”A prescindere dalle previsioni della Risoluzione Onu, non ci è stato richiesto un impiego militare sul terreno della Libia”. E’ ”assolutamente necessario mantenere una forte pressione su Gheddafi anche attraverso una credibile azione militare”.

Il ministro ha spiegato che l’Italia ha ”confermato, sul piano quantitativo, lo stesso contributo di assetti aerei” finora fornito alla Nato per svolgere le operazioni relative alla imposizione della ‘No Fly Zone’. Si tratta di dodici velivoli da combattimento forniti al giorno e, in particolare, quattro Eurofighter o F-16 per compiti di superiorità aerea, quattro Tornado ECR per compiti di soppressione delle difese aeree libiche; quattro AV-8B Plus della Marina, imbarcati su Nave Garibaldi, per compiti di difesa aerea e ricognizione.

La Russa, dopo aver ribadito che ”finora non abbiamo lanciato un solo missile anti-radar perché il potere deterrente della presenza in volo dei nostri aerei ha costretto i libici a mantenere spenti i propri radar”, ha quindi sottolineato che le attuali funzioni dei velivoli italiani ”continueranno nella misura in cui la catena di comando della Nato lo riterrà necessario”. Ma ”nel contempo, con la decisione annunciata lunedì dal presidente del Consiglio, abbiamo voluto ampliare il ventaglio delle opzioni di impiego dei velivoli al fine di renderlo più funzionale alle effettive esigenze operative e agli obiettivi individuati dalla Nato”.

In conseguenza di ciò ”quattro Eurofighter o F-16 continueranno ad essere destinati ad assolvere funzioni di superiorità aerea; quttro Tornado potranno essere impiegati in configurazione ECR, come quella che ha operato sino ad oggi, o in configurazione IDS (‘interdiction and strike’) con capacità d’impiegare sistemi d’armamento di precisione, a guida laser o satellitare, per azioni contro obiettivi militari selezionati e per compiti di ricognizione; quattro AV-8B Plus, imbarcati su nave Garibaldi, continueranno ad essere impiegati per compiti di difesa aerea e ricognizione e, in aggiunta, potranno essere anch’essi equipaggiati con armamento di precisione, per azioni contro obiettivi militari selezionati”.

Infine, il ministro della Difesa ha aggiunto una nota di politica interna: ”Non c’è da parte della Lega alcuna diversità nell’atteggiamento che abbiamo verso le alleanze internazionali; il loro voto in Parlamento sarà conseguente”. ”E’ importante che da questa riunione sia emersa la piena consapevolezza di larghissima parte del Parlamento che non si tratta di un cambio di strategia da parte dell’Italia”, ha aggiunto La Russa.

”Un voto non è necessario, ma non è vietato”, ha detto il ministro rispondendo a Montecitorio ai cronisti che gli chiedevano se sia ”necessario” votare in Parlamento sulla decisione del governo di armare gli aerei italiani in missione in Libia.

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Maria Elena Perrero