Libia: a Parigi verso la pace. Clinton protagonista

PARIGI, 1 SET – Si volta pagina e si parla di pace e ricostruzione in Libia, aumentano i riconoscimenti al Cnt e gli appelli alla riconciliazione, 15 miliardi di dollari vengono immediatamente sbloccati in favore del nuovo governo. La Nato, però, non smobilita e le sue operazioni continueranno fin quando ci sarà bisogno di ''proteggere i civili'' dalle forze di Gheddafi.

Sessantatré delegazioni, una ventina delle quali non riconoscono ancora il Cnt, tutte accolte in una tenda piantata davanti ai giardini dell'Eliseo come ai tempi non lontani – era il 2007 – in cui Gheddafi veniva accolto con tutti gli onori e pretendeva di dormire nella sua residenza da nomade. La Conferenza di Parigi prova a voltare pagina, a parlare di pace e ricostruzione, ma la guerra e' tutt'altro che un ricordo.

''Siamo d'accordo nel proseguire con gli attacchi Nato fin quando Gheddafi e i suoi uomini saranno una minaccia per la Libia'', ha detto il presidente Nicolas Sarkozy al termine della conferenza.

Gli ha fatto eco il premier britannico David Cameron: ''La Nato e i suoi alleati continueranno le operazioni per applicare le risoluzioni Onu fin quando bisognerà farlo per proteggere la vita dei civili''. Ulteriore conferma dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.

Se non c'è stato spazio per dichiarare conclusa la guerra, evidenti sono stati gli sforzi di parlare del ''dopo'', di pace e soprattutto di una Libia senza vendette e lacerazioni. Da Mustafa Abdel Jalil, il presidente del Cnt, e da Sarkozy, è giunto un appello comune alla ''riconciliazione''.

Il presidente francese ha aggiunto anche la parola ''perdono'': ''affinché – ha spiegato – gli errori fatti in passato in altri paesi ci servano da lezione''.

Il leader libico, che era al fianco del suo numero due, Mahmoud Jibril, si è rivolto direttamente al ''popolo libico'': ''abbiamo scommesso su di voi – ha detto scandendo le parole – e la comunità internazionale ha scommesso su di voi. Tutto è nelle vostre mani per realizzare quanto abbiamo promesso: la stabilità, la pace e la riconciliazione''. Dubbi sulla componente islamica? Nessuno, per Abdel Jalil: ''l'islam incoraggia al perdono. E alla riconciliazione''.

Silvio Berlusconi, che prima della conferenza ha partecipato alla riunione di un ''gruppo ristretto'', ha garantito che l'Italia ''farà tutto il possibile per aiutare la Libia'', sottolineando che già sono state attuate ''misure concrete'' in favore di Tripoli.

Sull'impegno Nato, il presidente del Consiglio ha confermato che ''si deve continuare nel supporto a difesa della popolazione civile finché il territorio non sarà stato liberato'' e che di conseguenza l'Italia ''continuerà'' a consentire l'uso ''delle sue sette basi per le operazioni Nato''.

Una parte importante a Parigi se l'è ritagliata Hillary Clinton, che ha chiesto direttamente alle nuove autorità libiche di ''combattere l'estremismo'' e ''proteggere i depositi di armi''. Il segretario di Stato americano ha fatto sapere anche, prima di lasciare Parigi, che gli Usa ritengono opportuno che Megrahi, l'attentatore di Lockerbie, torni in carcere.

Sarkozy ha ringraziato Cameron e i paesi arabi che si sono schierati con la coalizione in Libia usando toni estremamente calorosi e riconoscenti: si apre una ''nuova fase'' – ha detto – nella quale ''con l'autorizzazione dell'Onu, la forza militare sarà messa al servizio dei popoli martirizzati''.

La fibrillazione che c'era da alcune ore su una presunta battaglia per la spartizione della ricostruzione e delle risorse petrolifere della Libia non ha avuto eco ufficiale. Sarkozy si è limitato ad affermare che c'è stata unanimità nella richiesta di scongelamento ''immediato'' di 15 miliardi di dollari di fondi libici bloccati, tutto denaro di cui si era appropriato Gheddafi e che dovrà tornare ora alla nuova Libia.

In mattinata, il quotidiano Liberation aveva scritto di una lettera indirizzata dal Cnt all'emiro del Qatar in cui il governo degli insorti parlava di un accordo firmato che garantiva alla Francia ''il 35% del greggio'' della nuova Libia in cambio del ''sostegno totale e permanente al Consiglio''. Lettera subito smentita dai rappresentanti libici e dalla Francia.

Ma la confusione resta, soprattutto con Parigi sospettata di voler trarre il massimo profitto dall'operazione e le dichiarazioni incaute di alcuni esponenti del Cnt (''favoriremo i paesi che ci hanno aiutato'' diceva Jalil la settimana scorsa, ''niente favoritismi'', ha affermato oggi a Londra un portavoce).

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Maria Elena Perrero