Libia, i dubbi di Berlusconi sul Consiglio di transizione: “All’interno ex fedeli di Gheddafi”

Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

BRUXELLES – La cautela di Silvio Berlusconi sulla crisi libica si estende anche al giudizio su alcune componenti del Consiglio nazionale di transizione. Dubbi che il presidente del Consiglio, incontrando la sera del 23 marzo il gruppo dei responsabili a Palazzo Grazioli, ha confidato ad alcuni di loro, con particolare riferimento alla presenza di alcuni ex ministri di Muammar Gheddafi.

”Il presidente ha messo in guardia da facili entusiasmi esprimendo perplessità sulla presenza di ex ministri del regime all’interno del Consiglio nazionale di transizione, con riferimento particolare al ruolo dell’ex ministro della Giustizia e dell’ex ministro dell’Interno” riferisce uno dei presenti all’incontro.

Berlusconi insomma avrebbe invitato a riflettere sul fatto che all’interno di un movimento così ampio vi siano anime diverse, non tutte necessariamente espressione del nuovo.

Berlusconi, aggiunge un’altra fonte, ha suggerito ”cautela perché la situazione al momento non è così chiara come alcuni vogliono far credere” e ha sottolineato ”il fatto che all’interno del governo provvisorio spiccano figure che fino a poco tempo fa erano legate a Gheddafi”. Un riferimento a Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale di transizione libico ed ex responsabile della Giustizia nel governo del Colonnello, e ad Addel Fatah Yunis, ex ministro dell’Interno, anche egli passato nei primi di marzo agli insorti.

Su quest’ultimo, tra l’altro, c’è stato anche un piccolo giallo: qualche giorno fa infatti la tv di stato libica aveva detto che era tornato con il Rais, ma la notizia era stata smentita dal governo provvisorio dei ribelli.

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Maria Elena Perrero