L’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu (Unhcr) ha sottolineato che gli sfollati sono in gran parte lavoratori che tentando di salvarsi per tornare a casa: al confine con la Tunisia, più della metà sono tunisini ed egiziani; alla frontiera con l’Egitto, oltre due terzi sono cittadini tornati nel loro Paese d’origine (entrato in un periodo di delicata transizione dopo l’uscita di scena di Hosni Mubarak).
Nonostante le cifre impressionanti, il flusso di immigrati verso i Paesi africani è diminuito notevolmente rispetto alla settimana scorsa: subito dopo le prime violenze si era arrivati, in pochi giorni, a 100 mila profughi circa al confine tunisino, mentre ora il flusso giornaliero verso la Tunisia si attesta attorno alle 2.500 unità.
Il motivo di questa riduzione, secondo gli esperti del Palazzo di Vetro, è dovuto all’intensificarsi degli scontri nell’Ovest della Libia, che impediscono a chi vuole scappare di lasciare il Paese.