ROMA – Ufficialmente è solo una ”visita privata” ma di certo il ministro degli esteri libico che lascia il paese in fiamme e sconfina nella vicina Tunisia non è passato inosservato. Le voci – subito smentite da un portavoce del governo di Tripoli – di una sua diserzione e fuga dal Rais, hanno lasciato il posto all’ipotesi che Mussa Kussa, mentre a Londra è in corso la riunione del gruppo di contatto, abbia scelto la strada della mediazione, lontano dai riflettori dei summit ufficiali, e stia lavorando ad una via d’uscita per Gheddafi.
L’ipotesi esilio, più volte evocata proprio da Londra, potrebbe essere la strada sulla quale si incentrerebbero i colloqui del ministro degli esteri del colonnello. E i suoi interlocutori potrebbero essere proprio i rappresentanti di quell’Unione africana alla quale Gheddafi si è affidato nel discorso pronunciato in mattinata da uno dei suoi bunker segreti a Tripoli.
“Lasciate che sia l’Unione africana a gestire la crisi – ha detto in un messaggio rivolto proprio ai leader riuniti a Londra – la Libia accetterà qualsiasi decisione che l’Unione assumerà”. Una presa di posizione che, secondo molti analisti, spiega l’assenza dell’Ua al vertice di Londra: una defezione dell’ultim’ora che potrebbe addirittura essere il segnale di una trattativa gia’ in corso.
L’Unione africana è per la cessazione immediata dei combattimenti e l’apertura di una fase di transizione. Ma anche il tema esilio sarebbe tra gli elementi di mediazione che intende mettere in campo con Gheddafi. La missione di Kussa a Tunisi resta avvolta nel mistero ma non si può escludere che sia il primo passo per una trattativa che punti ad un’uscita di scena soft per il colonnello.
Quel che è certo è che sulla missione a Tunisi di Kussa, che è sempre rimasto in contatto con l’occidente e non compare sulla lista delle persone soggette alle sanzioni dell’Onu, sono circolate molte voci, tra le quali l’ipotesi – diffusa da Al Jazira e immediatamente smentita da Palazzo Chigi e dalla Farnesina – che il ministro degli esteri libico, lasciata Tunisi, progettasse di raggiungere l’Italia.
Dalla Libia, solo la secca smentita delle voci sulla possibile defezione del ministro e la precisazione sul fatto che si tratta di una visita ”privata” che non ha ”carattere ufficiale”.