ROMA – La Nato non potra' cambiare la Libia, anzi verra' sconfitta. A distanza di 10 giorni dall'ultimo messaggio in tv, Muammar Gheddafi e' tornato oggi a minacciare l'Alleanza atlantica e a incitare il popolo libico a ''liberare l'intera Libia'' in un nuovo audio trasmesso dalla tv di Stato mentre il segretario di stato Usa Hillary Clinton e' tornata a denunciare gli stupri di massa come arma del rais.
''Questa e' la prima volta che (gli alleati Nato, ndr) affrontano una grande nazione con milioni di persone armate. Saranno sconfitti'', ha minacciato il rais nel messaggio arrivato all'emittente con ''una telefonata, il 17 giugno''. E come a voler ricordare che e' sempre lui a decidere del futuro della Libia – nonostante la pressione militare, l'isolamento internazionale e le aperture del figlio Saif al-Islam su possibili elezioni -, Gheddafi ha avvertito: ''Siamo determinati a non cambiare niente nel nostro Paese, se non per nostra volonta' e lontano dagli aerei dell'Alleanza''.
Ma anche oggi, gli aerei della Nato sono stati tutt'altro che lontani da Tripoli: forti esplosioni hanno scosso il centro e la periferia della capitale libica. Mentre, dalla base militare di Napoli, il portavoce della missione Unified Protector, Mike Bracken, ha stilato il bilancio dei bersagli colpiti, ''oltre 2000'', tra il 31 marzo scorso e il 12 giugno: ''370 installazioni militari, 255 siti di missili terra-aria, radar e stoccaggio, oltre 130 centri di comando e controllo, circa 600 tra carri armati, veicoli blindati, pezzi di artiglieria e lanciamissili, nonche' circa 750 depositi di munizioni''. Inoltre ''sono stati ritirati dieci tra caccia ed elicotteri e dieci navi.
Missili e munizioni non sono pero' l'unica arma delle forze di Gheddafi. Il rais usa lo stupro e la violenza contro le donne come ''strumento di guerra'', ha denunciato il segretario di Stato americano Hillary Clinton. I casi sono ''centinaia'', ha confermato il 'premier' del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) di Bengasi, Mahmud Jibril, oggi a Napoli con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, per la firma di un accordo sulla gestione dei flussi migratori. Secondo i dati forniti da Jibril, le violenze commesse in Libia orientale sono 235.
''Altre fonti parlano di 780 stupri, ma questa cifra non ha conferme, perche' molti casi non vengono denunciati''. L'accusa di violenze sessuali sistematiche da parte delle forze del rais sulle donne libiche era stata formulata la settimana scorsa anche dal procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, che ha chiesto un mandato di cattura per Gheddafi e i suoi fedelissimi per crimini di guerra.
Il leader dei ribelli – che da oggi controllano la strada tra Zenten e Yefren a 80 km da Tripoli, mentre denunciano ancora vittime di bombardamenti a Misurata – ha quindi smentito che vi siano ''negoziati in corso'' tra Cnt e regime, come invece sostenuto dall'inviato di Mosca Mikhail Margelov dopo la visita di ieri a Tripoli. I contatti si svolgono ''in diverse capitale europee, in Francia, Norvegia, Germania'' e in altri Paesi, ha dichiarato Margelov sottolineando che il presidente francese Nicolas Sarkozy ''e' stato informato dei risultati'' dei colloqui. Circostanza smentita anche dal ministero degli Esteri di Parigi.