TRIPOLI, 27 SET – Muhammar Gheddafi è ancora in Libia ed è pronto a morire da martire. Lo ha annunciato lui stesso in un messaggio audio rivolto ai suoi fedelissimi: “Degli eroi hanno resistito e sono caduti come martiri, anche noi attendiamo il martirio”.
Il messaggio è stato diffuso attraverso la radio locale di Bani Walid, una delle ultime roccaforti lealiste, e poi ripreso dal sito internet della televisione Al Libya, fedele al regime. Era rivolto in particolare alle tribù dei Warfalla, una delle più grandi della Libia, che da settimane combattono contro le forze del Cnt a Bani Walid, a 170 km a sud-est di Tripoli.
“Con la vostra lotta, state replicando i successi dei vostri avi. Sappiate che sono sul terreno come voi”, ha assicurato Gheddafi. “Mente chi dice che Gheddafi si trova in Venezuela, o in Niger. Sono tra il mio popolo e i prossimi giorni riserveranno a questa cricca di servi uno choc inatteso”.
Accordo per la resa. Intanto a Sirte, le truppe del Consiglio nazionale di transizione avrebbero ricevuto un’offerta di resa da parte dei capi tribù fedeli a Gheddafi. Secondo quanto ha detto un comandante del Cnt, Tuhami Zayani, sarebbe anche stato raggiunto un accordo per garantire un’uscita sicura da Sirte alle famiglie della tribù di Gheddafi. Il comandante ha detto di essere stato contattato da membri anziani della tribù del rais per concordare una resa delle forze lealiste.
Zayani, comandante della brigata El Faruk stanziata fuori da Sirte, sarebbe stato contattato da un anziano della tribù di Gheddafi che gli avrebbe chiesto un salvacondotto per i membri della tribù. Il comandante ha detto di aver acconsentito a garantire un’uscita sicura fuori da Sirte e di essere in trattative con i lealisti per deporre le armi e lasciare la città.
Emergenza umanitaria Sirte e Bani Walid. La situazione umanitaria a Sirte e Bani Walid, gli ultimi due bastioni dove si annidano le forze pro-Gheddafi, si sta aggravando: lo ha detto il colonnello Roland Lavoie, portavoce della missione militare Nato in Libia. In particolare a Sirte, ”l’accesso all’acqua potabile, alle cure mediche o al carburante è molto limitato e ciò colpisce duramente la popolazione”, ha detto Lavoie che ha anche denunciato la presenza di cecchini, e accusato le forze del rais di prendere civili in ostaggio e di esecuzioni sommarie.