Libia, il New York Times: “I ribelli di Bengasi: l’Onu intervenga contro Gheddafi”

WASHINGTON – Il Consiglio dei ribelli di Bengasi, frustrati dalla permanenza al potere del rais Muhammar Gheddafi, sta discutendo seriamente se chiedere il bombardamento da parte delle forze armate occidentali per distruggere l’armamento del regime. Lo conferma il sito del New York Times, citando esponenti del Consiglio che apertamente hanno invocato l’intervento delle Nazioni Unite.

Il Consiglio, scrive il giornale, è formato da avvocati, accademici, giudici e altri figure eminenti dell’area di Bengasi. Tutti loro sottolineano che c’è una differenza tra i raid aerei mirati e l’intervento militare straniero, a cui loro si opporrebbero in modo netto.

”Se tutto accadesse sotto l’egida dell’Onu – ha osservato Abdel-Hafidh Ghoga, portavoce del Consiglio – non sarebbe un intervento straniero”. Ma si tratta di una materia molto delicata.

Il ricorso alla forza, scrive il giornale, anche sotto l’imprimatur dell’Onu, potrebbe far gioco al dittatore, che da giorni sostiene che dietro la ribellione di una parte del suo popolo c’è la volontà dell’Occidente di occupare il suo Paese.

”Ovviamente – commenta uno dei dirigenti del Consiglio – se Gheddafi cadesse senza alcun intervento esterno saremmo tutti felici. Ma se è intenzionato a compiere un massacro, la nostra priorità è salvare vite umane”.

Al momento, scrive il Nyt, il Consiglio sta pensano a richiedere attacchi aerei solo contro la base di Bab al Aziziya e altri centri militari come alcune stazioni radar.

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Maria Elena Perrero