Libia. La stretta di Gheddafi su Tripoli si allenta mentre i ribelli avanzano, preso aeroporto?

Muammar Gheddafi

IL CAIRO, EGITTO – Sei mesi dopo l’inizio della rivolta popolare contro il colonnello libico Muammar Gheddafi, al potere da 42 anni, il suo caposaldo di Tripoli sembra cominciare a sfuggirgli dalle mani, e residenti della città, che per mesi hanno avuto paura di parlare al telefono, ora rispondono alle chiamate dei giornalisti e dicono che la destituzione o la fuga del Rais sono imminenti, a quanto riferisce il New York Times.

E’ quanto afferma anche il quotidiano britannico Daily Telegraph, che citando il ministro degli esteri francese Alain Juppé scrive che Gheddafi si sta preparando a lasciare il potere.

Una indicazione significativa, nonostante le recise smentite di quanti sono rimasti a fianco del Rais, potrebbe essere il fatto che l’ex ”numero due” del regime libico, Abdessalam Jalloud, amico d’infanzia e per anni stretto collaboratore di Muammar Gheddafi, poi emarginato, e’ fuggito da Tripoli ed e’ passato dalla parte degli insorti. Lo ha detto alla Tv satellitare araba Al Jazira Mahmoud Shammam, un esponente del Consiglio Nazionale di Transizione che gli ha personalmente parlato per telefono.

Ma a far veramente vacillare il potere di Gheddafi su Tripoli sono i successi militari dei ribelli che, nonostante siano male armati e scarsamente addestrati, questa settimana con una inaspettata rapidità sono calati dalle montagne occidentali conquistando gran parte della strategica città costiera di Zawiyah, dove si trova una enorme raffineria, situata ad una quarantina di km. a est di Tripoli. Poi, venerdi, hanno preso anche Gharyan, importante avamposto lungo la rotta commerciale verso sud. In entrambe le città erano concentrate truppe di Gheddafi, e la ritirata davanti agli sgangherati ribelli solleva dubbi sulla loro coesione e la loro fedeltà verso il governo.

Sabato, notizie non verificate riferite dal sito internet Tripoli Post – che cita la stazione radio ‘Libya Hurra’ (Libia libera) da Misurata – annunciano che gli insorti hanno preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Tripoli. Un numeroso gruppo gruppo di ribelli – prosegue il resoconto – stanno avanzando verso il centro della capitale per prendere il controllo della radiotelevisione. Sempre secondo ‘Libya Hurra’, sono migliaia i combattenti – oltre diecimila – impegnati nella battaglia di Tripoli.

Il risultato di queste vittorie dei ribelli è che gran parte delle stade su cui transitavano i rifornimenti per Tripoli sono ora chiuse. Ma i residenti, da tempo abituati al vertiginoso aumento dei prezzi, ad attendere settimane per un pò di benzina ed a lunghi periodi senza elettricità, hanno ora altri problemi: la recrudescenza della criminalità e l’immondizia che si accumula per le strade. Molti abitanti della città fuggono perchè temono che se arriveranno i ribelli si scatenerà una furiosa battaglia strada per strada.

Di Gheddafi si hanno scarse notizie. Da tre mesi non è più comparso in televisione, anche se all’inizio della settimana la radio ha trasmesso una sua registrazione molto disturbata in cui ha esortato i libici a combattere affermando che ”il sangue dei martiri è carburante nei campi di battaglia”.

Per quanto certi media diano Gheddafi per quasi spacciato, funzionari americani avvertono che le informazioni di intelligenge provenienti da Tripoli rimangono incerte. ”Chiaramente il regime è sotto forte pressione per via dei bombardamenti Nato e l’opposizione guadagna terreno ogni giorno”, ha detto al New York Times un funzionario americano familiare con l’intelligence proveniente dalla Libia, ”ma quando questi fattori potranno determinare i tempi e i modi della caduta di Gheddafi è difficile prevedere”. E’ anche vero però, ha aggiunto, che ”Gheddafi si trova ormai in una situazione in cui non sa cosa farà da un giorno all’altro”.

Published by
lgermini