Libia: Haftar minaccia blocco del petrolio. Allarme Onu: "Una catastrofe" (Foto d'archivio Ansa)
ROMA – La Libia blocca pozzi e esportazione di petrolio, e l’Onu lancia l’allarme parlando di una potenziale catastrofe. Sono le conseguenze della guerra civile interna e degli interventi della comunità internazionale (leggi l’invio di truppe di Erdogan) e i dissidenti del governo (leggi il generale Haftar) agitano lo spettro del ricatto economico per forzare la mano sul governo di Tripoli.
Al Haliq Al Zawi, leader della tribù Zouaiya dell’Est libico, ha annunciato all’agenzia di stampa libica Lana l’intenzione di voler chiudere porti e campi petroliferi dell’est della Libia, sostenendo che “il movimento mira a prosciugare le fonti di finanziamento del terrorismo bloccando le entrate petrolifere, e a chiedere il ritorno della sede della compagnia petrolifera nazionale a Bengasi”.
Il capo tribale ha dichiarato che sono già stati chiusi il giacimento di Al Sarir e bloccato il porto petrolifero di Zueitina, e “domani assisteremo alla sospensione delle attività in tutti i giacimenti petroliferi e quindi alla sospensione di tutti i terminal nella parte est del paese”.
“La chiusura dei giacimenti e dei terminal petroliferi è una decisione puramente popolare. Sono stati i cittadini a decidere”, ha detto il portavoce delle forze pro-Haftar Ahmed Al-Mismari alla televisione libica Al-Hadath, vicina alle posizioni del generale Khalifa Haftar, riporta l’Afp. In una conferenza stampa nella notte, Mismari ha sottolineato che le forze pro-Haftar “non interverranno se non per proteggere le persone nel caso in cui si trovassero ad affrontare un pericolo”. Per Haftar, l’offensiva su Tripoli mira a liberare la capitale dei “terroristi”, in riferimento ai suoi rivali del governo di Tripoli.
La missione Onu in Libia esprime “profonda preoccupazione per gli attuali sforzi per interrompere o compromettere la produzione di petrolio” nel Paese. “Questa mossa avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico che dipende dal libero flusso di petrolio – si legge in un comunicato dell’Unsmil – e avrebbe effetti terribili per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del Paese”. L’Unsmil reitera “l’importanza di preservare l’integrità e la neutralità della National Oil Corporation”.
Di fronte agli appelli e alle minacce di fazioni vicine al generale Khalifa Haftar, che comanda l’est della Libia compresa l’importante ‘mezzaluna petrolifera’, di bloccare i porti e gli impianti di petrolio della Cirenaica, l’Unsmil – alla vigilia della Conferenza di Berlino – “esorta tutti i libici a esercitare la massima moderazione, mentre i negoziati internazionali continuano a mediare la fine della lunga crisi della Libia, inclusa la raccomandazione di misure per garantire la trasparenza nella distribuzione delle risorse”. (Fonte Ansa).