Libia, il premier garantisce: "Nuovo governo il 22 novembre"

ROMA – ''Domani presenteremo il nuovo esecutivo libico. Stiamo lavorando intensamente per costruire qualcosa di solido, coerente e in grado di lavorare''. Lo ha dichiarato con enfasi oggi il premier dell'attuale governo transitorio, Abdel Rahim al-Kib, costretto ieri a posticipare l'annuncio, ufficialmente a causa dell'arresto (nella notte tra venerdi' e sabato) del secondogenito di Muammar Gheddafi, Saif al-Islam, e della cattura (ieri) del capo dei servizi segreti del rais ucciso un mese fa, Abdullah Senussi.

Al-Kib ha parlato a Tripoli, affiancato nella conferenza stampa dall'ambasciatore Usa all'Onu, Susan Rice. Che ha sottolineato di aver discusso di questo nuovo governo libico e delle sue priorita' con il premier e con il presidente del Cnt (Consiglio nazionale di transizione), Mustapha Abdel Jalil. Gli Usa – ha detto la Rice – manterranno ''piena cooperazione'' con la Libia: in particolare, si dovra' trovare il modo di distruggere le armi chimiche del regime di Gheddafi e, soprattutto, dovrà essere formato un nuovo esercito nazionale. Su quest'ultimo punto e' in corso da ieri a Bengasi una conferenza generale di ufficiali e sottufficiali arrivati da tutto il Paese per ''riorganizzare'' l'esercito, inquadrando anche i civili: sia chi era entrato nelle milizie fiancheggiatrici degli insorti, sia coloro che si erano schierati con il Colonnello.

In merito al nuovo esecutivo, al-Kib ha garantito: ''Saremo in grado di far partecipare esponenti di tutte le regioni della Libia. Lo vedrete''. Una promessa 'importante' visto che gli insorti delle tribu' di Zenten, dove attualmente e' detenuto Saif al-Islam, 39 anni, hanno chiaramente detto che lo terranno nella loro roccaforte fino a quando non sara' in carica un governo centrale in grado di garantire che non venga ammazzato, come e' invece accaduto un mese fa al padre Muammar e al fratello Mutassim, fatti prigionieri nei pressi di Sirte. Intanto oggi il Cicr (Comitato internazionale della Croce Rossa) ha chiesto alle autorita' libiche di poter vedere Saif al-Islam ''al piu' presto''. ''E' una persona che deve essere protetta – ha dichiarato il direttore generale del Cicr a Ginevra, Yves Daccord – Riteniamo di avere il diritto di incontrarlo e pensiamo che cio' avverra' molto rapidamente''.

Diverso il discorso su Abdullah al-Senussi, il 62enne responsabile dei servizi segreti di Gheddafi, fino all'ultimo fedele al Colonnello. Quando lo scorso 21 agosto gli insorti entrarono a Tripoli, incontro' i giornalisti riuniti nell'hotel Rixos della capitale e accuso' senza mezzi termini ''i servizi occidentali e la Nato di lavorare con i terroristi di al-Qaida per distruggere la Libia''.

Dopo l'arresto nella citta'-oasi di Sabha, annunciato ieri da diverse fonti e anche oggi confermato, non e' stato mostrato ne' in fotografia ne' in video. E nessuno ha raccontato le circostanze della cattura, ne' dove si trovi ora, ne' quali siano le sue condizioni. Dettagli mancanti che contrastano con il flusso di immagini e informazioni inviati il giorno prima in tutto il mondo su Saif al-Islam prigioniero.

E' possibile che 'il mistero' si sciolga nel giro di poco tempo, prima che a Tripoli arrivi (la data precisa non e' stata comunicata) il procuratore della Corte penale Internazionale (Cpi), Luis Moreno Ocampo. Visto il mandato di cattura internazionale emesso, sia per Saif che per Senussi, lo scorso 27 giugno dal Cpi che li accusa di crimini di guerra, Ocampo chiederà che gli vengano consegnati per essere processati all'Aja.

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Daniela Lauria