Libia, Lockerbie e le responsabilità di Gheddafi: il caso riaperto da Washington

Muhammar Gheddafi

WASHINGTON – Ecco alcuni elementi del fronte ”Lockerbie” che gli Stati Uniti hanno annunciato di voler aprire nei confronti del leader libico Muammar Gheddafi.

Sul cielo della cittadina scozzese di Lockerbie, nel 1988, una bomba piazzata sul volo Pan Am 103 tra Londra e New York uccise 259 persone a bordo e 11 a terra, colpite da rottami.

Nel 2003 la Libia ha accettato di assumersi la responsabilità per l’operato di suoi funzionari coinvolti nell’attentato ma Gheddafi non è mai stato perseguito.

L’ex ministro della Giustizia libico Mustafa Mohamed Abud al Jeleil, in rotta con Gheddafi, il mese scorso ha sostenuto che sia stato il leader in persona ad ordinare l’attentato.

Ad essere stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo nell’attentato di Lockerbie fu Abdel Basset Al Megrahi, ufficiale dell’intelligence libica e capo della sicurezza per la Libyan Airways. L’ex 007 fu però rilasciato nel 2009 dal governo scozzese perché ritenuto, finora erroneamente, ”malato terminale”.

Formalmente l’inchiesta americana su Megrahi e l’altro inquisito libico, Lamin Khalifah Fhimah, responsabile della Libyan Airways presso l’aeroporto internazionale di Malta, prosciolto nel 2001 in Scozia, è ancora aperta.

Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha annunciato che contatterà Fbi e Procura generale statunitense per valutare come procedere.

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Maria Elena Perrero