Libia, su Misurata Gheddafi lancia le bombe a grappolo vietate dall’Onu

ROMA – Le bombe a grappolo, che secondo il New York Times sono impiegate dalle forze governative libiche a Misurata, sono particolarmente pericolose in quanto esplodono prima dell’impatto al suolo rilasciando migliaia di mini-ordigni che in parte restano inesplosi e che possono uccidere e mutilare anche a distanza di anni.

Vengono normalmente sganciate da aerei ma possono anche essere lanciate da terra, come proiettili di artiglieria. Secondo un rapporto dell’organizzazione Handicap International, gran parte delle vittime di questi ordigni a causa delle loro caratteristiche, sono i civili.

Bonificare un’area dove sono state sganciate ‘cluster bomb’ e ‘ estremamente difficile e pericoloso. Secondo varie organizzazioni internazionali, tra gli altri sono state usate da Israele (in Libano e a Gaza), dagli Usa (in Afghanistan e in Iraq), dalla Russia (in Cecenia e Georgia) dalla Gran Bretagna (in Iraq) e dalla Nato (in Kosovo e Serbia).

Esistono vari tipi di bombe a grappolo: le più potenti riescono a perforare a 15 metri di distanza una lamiera di acciaio di 125 millimetri o ad uccidere su un raggio di 150 metri. I mini-ordigni rilasciati dalle ‘cluster’ hanno forme e colori diversi e possono suscitare la curiosità di chiunque, adulto o bambino, sia ignaro della loro pericolosità: possono somigliare a palline da tennis o a cilindretti dai colori sgargianti, con appeso fiocchetto stoffa o un piccolo paracadute.

Questo tipo di ordigno è in teoria vietato da una Convenzione Onu entrata in vigore lo scorso agosto. Nessuno dei paesi aderenti le può usare, produrre, acquistare, stoccare o cedere ad altri. La Convenzione prevede che chi ne è in possesso ha l’obbligo di distruggerle entro otto anni dalla ratifica. Sono 108 i paesi che hanno adottato la Convenzione ma solo 43 l’hanno ratificata. Usa, Cina e Russia non vi hanno aderito.

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Maria Elena Perrero