Gli aerei americani continueranno a fornire appoggio alla Nato, ma di carattere logistico e per rifornire in volo i caccia degli altri paesi della coalizione. Ora che le strutture militari libiche sono state danneggiate al 30%, gli AC-130, gli A-10 ed i Tomahawk appaiono meno decisivi di prima, perche’ gli obiettivi da colpire sono strutture nascoste o che si trovano in mezzo alle popolazioni civili, impedendo di bombardare. Secondo il brigadiere generale Mark Van Uhm, responsabile per le operazioni alleate, la missione ”ha gli asset di cui ha bisogno”, mentre sempre da Bruxelles un ufficiale Nato conferma che il ritiro degli aerei Usa non danneggia la missione, perché ”in questa fase abbiamo più bisogno di interventi di ricognizione che non di attacchi aerei”.. A Washington, intanto, si tracciano i primi bilanci.
Per l’aeronautica Usa, la fattura ha toccato i quattro milioni di dollari al giorno, per un totale di circa 75 milioni, come ha indicato il segretario alla Us Air Force, Michael Donley. Con il ritiro degli aerei da combattimento Usa, la cifra non dovrebbe lievitare più di tanto.