Libia. Quantità di armi, inclusi i micidiali missili cerca-calore, abbandonate dai ribelli

Lanciamissili cerca-calore

TRIPOLI, LIBIA – Due settimane dopo la caduta di Tripoli, i ribelli che l’hanno provocata sembrano essere totalmente disinteressati da una serie di magazzini, recanti la scritta ”Deposito e Stamperia di Libri Scolastici”, che piuttosto che libri contengono una quantità di armi di ogni tipo, da proiettili di mortaio, a munizioni, a missili anti-carro parte dell’arsenale dell’esercito di Muammar Gheddafi. Nessuno sorveglia che le armi restino dove sono.

Ma quello che il New York Times definisce più preoccupante è quello che era nei magazzini ma che ora non c’è più: lanciamissili heat-seeking (a ricerca di calore, quelli che si dirigono cioè contro fonti di calore tipo quelle dei reattori di aeroplani o elicotteri) portati a spalla, tipo bazooka, che i terroristi possono usare per abbattere un aereo di linea in volo. Le autorità competenti americane temono che questi micidiali missili siano finiti sul mercato nero e venduti al miglior offerente, per esempio Al Qaeda.

I missili in questione, specialmente del tipo SA-7b Grails, come li chiama la Nato, sono stati visti in Libia in precedenza e si sa che sono stati venduti a Gheddafi da Paesi nell’orbita dell’ex-Unione Sovietica. L’ispezione dei magazzini da parte di giornalisti occidentali e rappresentanti di Human Rights Watch ha accertato la grande quantità di quei missili e suscita interrogativi se sono finiti nelle mani dei ribelli, di criminali o di trafficanti d’armi.

Matthew Schroeder, un esperto di missili heat-seeking antiaerei e della loro proliferazione per la Federation of American Scientists di Washington, ha espresso grave preoccupazione per il furto dai loro depositi di quei missili, che gli specialisti chiamano Man-Portable Air-Defense Systsems (Sistemi di Difesa Aniaerea Portatili), o Manpads. Governi occidentali ed organizzazioni umanitarie hanni ripetutamente esortato il Consiglio Nazionale di Transizione, il governo dei ribelli, a mettere al sicuro gli ingenti quantitativi di armi che hanno ereditato, ma senza risultati degni di nota.

Le preoccupazioni per i missili heat-seeking spariti sono arrivate fino a Washington, dove il capo dell’anti-terrorismo del presidente Barack Obama, John Brennan, ha detto che la diffusione di quelle armi dalla Libia è causa di ”molta inquietudine”, e che anche gli Stati Uniti hanno chiesto ai ribelli di mettere al sicuro quelle armi. ”Ma – ha aggiunto – molte parti della Libia non hanno alcuna forma di governo”.

Un esperto americano di affari libici ha giudicato sconcertante che vi siano così poche prove che le forze di Gheddafi abbiano usato i missili heat-seeking contro gli aerei della Nato che le bombardavano. ”Forse perchè erano difettosi, o perchè i militari libici non sapevano come farli funzionare? Allo stato dei fatti è ancora tutto molto oscuro”.

Un esponente di Human Rights Watch, Peter Bouckaert, è particolarmente preoccupato dalla sparizione da un magazzino di una cassa marcata 9M342, la designazione russa del missile heat-seeking SA-24, tra i più sofisticati costruiti in Russia.

 

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lgermini