Libia, i ribelli a Gheddafi: “Se ne vada entro 72 ore”

BENGASI (LIBIA) -Il capo del governo provvisorio libico di Bengasi, l’ex ministro della giustizia Mustafa Abdel Jalil, ha detto alla tv satellitare Al Jazira che se Gheddafi ”lascia il Paese entro 72 ore, e ferma i bombardamenti, noi non lo perseguiremo” per i suoi crimini.

Ore prima, Mustafa Gheriani, uno dei portavoce del Consiglio nazionale libico, ha confermato di aver ”ricevuto un contatto da un rappresentante di Gheddafi per una trattativa” sulla sua uscita di scena, offerta che è stata rifiutata.

“Abbiano respinto l’offerta” di una trattativa, ha detto il portavoce degli insorti libici da Bengasi parlando con l’agenzia Reuters. “Non negoziamo con qualcuno che ha versato il sangue libico e continua a farlo. Perché noi dovremmo avere fiducia oggi?”.

“Se rinuncerà al potere Gheddafi non sarà processato e ogni accusa contro di lui cadrà”: lo ha detto alla tv panaraba al Jazira Mustafa Abd al Jalil, presidente del consiglio nazionale libico, neonato organo politico dei ribelli.

Ma il regime libico ha smentito formalmente una offerta di negoziati del colonnello Muammar Gheddafi all’opposizione. ”E’ pazzesco, e assolutamente irritante commentare una tale fesseria” ha tagliato corto un responsabile governativo a Tripoli parlando con l’agenzia France Presse.

Il presidente del consiglio nazionale libico, neonato organo politico dei ribelli, avrebbe anche detto che “ci sono contatti indiretti degli insorti libici con gli americani a livello presidenziale”.

Rispetto a Gheddafi, inoltre, Jalil ha spiegato che ”al momento la prima richiesta è che se ne vada; solo dopo questo forse i libici potrebbero decidere di non perseguirlo per crimini”.

Ieri, 7 marzo, al Jazira aveva anticipato che Gheddafi aveva offerto agli insorti di convocare una sessione del Congresso del Popolo libico per preparare la strada a un suo ritiro indolore.

Intanto venerdì è stata organizzata una riunione straordinaria della Lega Araba.

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Maria Elena Perrero