ROMA – I rimpatriati italiani dalla Libia, ”sono vicini in queste ore turbolente alla popolazione libica vittima della repressione voluta dal colonnello Gheddafi”. Attraverso una nota diffusa oggi dalla Airl, la loro associazione, colgono l’occasione per richiamare alla memoria i 40 anni di rapporti italo-libici” culminati nella firma del Trattato del 2008 ”che ha permesso tra l’altro al Colonnello le sue scorribande italiane tra tende, cavalli e hostess”.
I rimpatriati dalla Libia si augurano che ”il popolo libico possa trovare il percorso più consono per raggiungere una vera democrazia al di là del potere che Gheddafi ha sempre detto di aver completamente delegato ai Comitati del Popolo”, senza dimenticare ”le famiglie delle centinaia di vittime che, anche se dovesse cadere il regime, nessuno potrà restituire alla vita”.
La Airl si augura che il governo italiano ”comprenda l’errore di valutazione compiuto assecondando Gheddafi in tutte le sue bizzarrie: considerarlo interlocutore affidabile e di più, amico fraterno degno di baciamani e regalie, senza mostrare la necessaria fermezza, ha sminuito la dignità dell’Italia e anche di noi Rimpatriati, dimenticati dal Trattato, sviliti dal decreto attuativo della legge di ratifica 7/09 e retrocessi anche nell’ultimo Milleproroghe”.